Caccia, l'Ue chiede chiarimenti all'Italia o aprirà una procedura di infrazione

Caccia, l’Ue chiede chiarimenti all’Italia o aprirà una procedura di infrazione

Massimo Sbardella

Caccia, l’Ue chiede chiarimenti all’Italia o aprirà una procedura di infrazione

Mar, 01/08/2023 - 17:07

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Nel mirino la circolare sul piombo e per 13 regioni le norme sugli uccelli | Gli ambientalisti: modificare i Calendari venatori

L’Ue ha aperto una procedura Pilot (le numero 2023/10542) nei confronti dell’Italia per violazione delle norme europee in materia di caccia. In particolare si contesta ul mancato rispetto della direttiva Uccelli (2009/147 CEE) e del Regolamento europeo 2021/57 che vieta l’utilizzo del piombo nelle zone umide.

La nota, trasmessa della Direzione generale Ambiente della Commissione europea, è indirizzata al Ministero dell’Ambiente e a 12 Regioni (Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto) oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano.

Quattro sono le materie argomento di contestazione, sulle quali l’Italia ha 8 settimane di tempo per argomentare una risposta. In caso contraria, l’Italia potrebbe essere costretta a pagare una sanzione.

Piombo nelle zone umide

Il primo motivo di contestazione è relativo alla circolare congiunta dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura che, con l’intento di fornire una interpretazione al nuovo Regolamento europeo che vieta l’utilizzo e la detenzione di munizioni al piombo nelle zone umide, entrerebbe in contraddizione col Regolamento stesso, escludendone l’applicazione per moltissime aree umide.

Mancato contrasto agli illeciti

Il secondo motivo di contestazione riguarda la mancata attuazione del Piano di azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici. Il Piano del 2017, denuncia la Commissione, è essenzialmente rimasto sulla carta mentre il bracconaggio continua ad essere una vera e propria emergenza nazionale. Fra le contestazioni della Commissione spicca la situazione grave delle polizie provinciali, oramai depotenziate, e l’assoluta mancanza di informazioni dettagliate sul fenomeno.

Piani su specie uccelli e Key Concept

Il terzo motivo di contestazione riguarda la caccia su specie di uccelli durante la migrazione e su specie in cattivo stato di conservazione in assenza di piani di gestione o, quando presenti, di piani non attuati. Qui la Commissione ha richiamato l’assoluto obbligo di attenersi alle date di migrazione prenuziale indicate nel documento Key Concept e, in particolare, ha evidenziato il mancato rispetto di queste date da parte di Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e Provincia di Bolzano.

La Commissione ha anche sì stigmatizzato il fatto che ci sono 21 specie cacciate in Italia che versano in cattivo stato di conservazione, che per 17 di queste non vi sia un piano di gestione e che per 4 specie (allodola, coturnice, tortora selvatica, moriglione) i piani formalmente approvati siano, nei fatti, ampiamente disattesi.

Elicotteri in Piemonte

Il quarto motivo di contestazione riguarda infine la pratica di utilizzare gli elicotteri in Piemonte per il recupero dei cervi abbattuti durante l’attività venatoria, senza che sia svolta una valutazione dell’incidenza negativa che questa attività potrebbe comportare sui siti della rete Natura 2000.

Le associazioni ambientaliste: le regole vanno rispettate

Le associazioni ambientaliste e animaliste Cabs, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia e Wwf Italia chiedono il rispetto delle regole: “La Commissione europea certifica la grave situazione italiana in tema di caccia che abbiamo più volte denunciato. Le numerose e continue infrazioni sono la conseguenza di un sistema basato sulla diffusa subalternità della politica alle associazioni venatorie che si traduce in continue concessioni illegittime che, per meri tornaconti elettorali, mettono a rischio la nostra biodiversità. Se l’Italia non si adeguerà immediatamente alle regole, a partire dai prossimi calendari venatori, tutti i cittadini italiani saranno costretti a pagare le conseguenze di una pesante procedura d’infrazione”.

Chiesta la revisione dei Calendario venatori

“Con l’apertura di questa nuova Pilot – dichiarano ancora gli ambientalisti e animalisti – a cui va data risposta entro il 18 settembre prossimo, la Commissione europea mette sotto esame buona parte del sistema-caccia autorizzato dalle Regioni e dallo Stato italiano. Le numerose infrazioni commesse toccano il cuore della protezione e conservazione della natura e, fatto particolarmente grave, sono reiterate da molto tempo, in evidente violazione di norme e regole comunitarie e nazionali. Per non aggravare il quadro delle contestazioni, chiediamo alle Regioni di adeguare immediatamente i calendari venatori alle indicazioni pervenute dalla Commissione, al Ministro dell’Ambiente di sospendere subito la caccia alle 21 specie in cattivo stato di conservazione e, inoltre, di rispondere alla Commissione favorendo, finalmente in Italia, la legalità in campo di tutela della biodiversità e dell’avifauna ambientale. L’alternativa – concludono – è la procedura di infrazione, la condanna della Corte di Giustizia e il favorire l’illegalità in palese contrasto all’obbligo di tutela costituzionale di ecosistemi, biodiversità e animali”.

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