E’ stata appresa con sconcerto dai cacciatori umbri, soprattutto nelle zone della fascia appenninica, della Valnerina e dello Spoletino, la notizia della nuova sospensione della caccia nei siti di Natura 2000 delle Marche. Per contro, c’è la soddisfazione degli ambientalisti per l’accoglimento da parte del Tar delle Marche della richiesta di sospensiva avanzata da Lac, Wwf ed Enpa. Le associazioni ambientaliste, assistite dall’avv. Tommaso Rossi, avevano impugnato la delibera con cui la Giunta regionale marchigiana aveva esteso l’attività venatoria ai siti interessati, dopo la modifica della legge regionale varata dal Consiglio regionale il 6 novembre.
Un intervento per sbloccare il calendario venatorio, perché il Consiglio di Stato aveva decretato lo stop alla caccia nei siti di Natura 2000 e nella prima settimana di febbraio, motivando la decisione per la mancanza di una pianificazione regionale. Da qui l’emendamento alla legge regionale con il quale erano stati prorogati i cinque piani provinciali faunistici, in attesa di licenziare quello regionale entro il 2019.
La successiva delibera di Giunta è stata però impugnata dagli ambientalisti davanti al Tar, che ha accolto ora la sospensiva e che discuterà il merito della causa il 23 gennaio prossimo.
Durissimo il commento del presidente nazionale della Libera caccia, il marchigiano Paolo Sparvoli: “Un giudice con tanta leggerezza, per accontentare quattro animalisti, richiude la caccia incurante dei nostri diritti e dei problemi che questa azione provocherà nei nostri territori montani“. Sparvoli accusa: la Regione Marche “non fa il piano faunistico regionale“, il Tar “non si prende un minimo di responsabilità“. E così “gli agricoltori subiscono danni incalcolabili” ed i cacciatori pagano “tutte le tasse di rinnovo per un calendario emesso dalla Regione“.
Intanto, anche i cacciatori umbri sono in attesa delle decisioni dei giudici amministrativi, dopo l’udienza del 6 dicembre a Perugia sull’azione promossa dagli ambientalisti in merito alla caccia di selezione. Che non ha subito ritardi per l’intervento della Giunta regionale poco prima dell’inizio della stagione venatoria, per mettere al riparo da ulteriori richieste di sospensiva degli ambientalisti. Ma la decisione nel merito non c’ ancora stata. E il precedente delle Marche, anche se la situazione con l’Umbria appare differente, ha creato a questo punto un certo allarme all’interno del mondo venatorio, vista la strategia attuata dalle associazioni ambientaliste in molte regioni italiane facendo leva sulle carenze della politica.