Da questa mattina nei boschi dell’Umbria è ripresa la caccia di selezione a daino e capriolo, dopo la sentenza con cui il Tar ha respinto, per questa parte, il ricorso presentato dal Wwf. Per i giudici amministrativi la Regione dell’Umbria ha operato correttamente circa i periodi della caccia di selezione inseriti nel calendario venatorio, perché indicati sulla base delle valutazioni effettuata dall’Ispra a giugno 2018.
A seguito del ricorso del Wwf l’Ispra è stato poi ulteriormente attivato per avere un parere. Sul quale, tra l’altro, la Regione stava preparando il nuovo intervento in attesa della sentenza del Tar. Un parere che va a favore della caccia di selezione, come poi sentenziato dai giudici del Tar. Per l’Ispra, infatti, la sospensione inizialmente decisa dalla Regione in attesa del giudizio del Tar può determinare “la concreta possibilità che si possa verificare uno squilibrio tra sessi degli animali abbattuti a fine stagione 2018-19“.
L’Ispra suggerisce quindi di adottare, “in via eccezionale“, i seguenti provvedimenti: “Rimodulare i piani di prelievo di tutti i distretti di caccia, prendendo come riferimento il numero e la classe di età dei maschi abbattuti nella prima parte della stagione e autorizzando l’abbattimento di un numero di piccoli di classe 0 o delle femmine (giovani ed adulte) proporzionale; prevedere il prelievo dei maschi (per il contingente di individui non abbattuti nel periodo estivo) nei mesi di febbraio-marzo“.
Per quest’ultima ipotesi, l’Ispra ritiene che si debba comunque garantire “un controllo in tempo reale per evitare che i cacciatori di selezione si concentrino esclusivamente sull’abbattimento dei maschi“.