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Caccia, la burocrazia dietro il capanno

Prima la preadozione del calendario venatorio 2018/19, poi l’ordine agli uffici competenti di sospendere il rilascio di autorizzazioni per gli appostamenti fissi senza richiami vivi sino a quando non sarà uniformata la normativa su tutto il territorio umbro. In pochi giorni, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore Fernanda Cecchini, ha assunto due importanti determinazioni in materia di attività venatoria.

Quanto al Calendario venatorio (LINK ARTICOLO) non si tratta ancora, tuttavia, dell regole definitive. Sul calendario preadottato dovranno infatti esprimere il proprio parere la Commissione consiliare competente (ed è questo l’unico momento su cui le associazioni non soddisfatte potranno tentare di ottenere ulteriori modifiche) e l’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) prima della definitiva approvazione in Giunta.

Nel frattempo, il rimpallo di competenze istituzionali determinato dalla mancata soppressione delle Province sta creando disagi per chi caccia da appostamento fisso senza richiami vivi. Con l’ennesimo riordino delle funzioni amministrative la gestione della caccia è tornata materia di competenza regionale. Solo che le due Province umbre avevano regolamentato in modo differente lo svolgimento dell’attività venatoria da postazione fissa senza richiami vivi. Le stesse associazioni venatorie avevano sollecitato che la normativa fosse uniformata su tutto il territorio regionale. Obiettivo che la Regione intende perseguire. Ma nel frattempo ha deciso di congelare il rilascio di nuove autorizzazioni. “In attesa del nuovo Piano faunistico venatorio regionale che definirà i criteri di suddivisione e ripartizione tra ambiti protetti e territorio dove esercitare la gestione programmata della caccia – ha annunciato l’assessore Cecchini – abbiamo dato mandato agli uffici regionali di sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni per questo tipo di appostamenti”.

Uno stop che non piace ad alcune associazioni venatorie, il cui timore è che il rallentamento, in attesa del Piano faunistico venatorio – finisca con il creare disagi ai cacciatori ed alle stesse associazioni che li supportano.