Con sorprendente tempestività la Provincia di Perugia rende noto la sua impossibilità ad adottare l'atto di deroga per la caccia alle specie fringuello, peppola e storno, in quanto l'Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica), avrebbe dato una sorta di parere negativo rispetto ad una cosiddetta ‘piccola quantità' riferita alle specie oggetto della deroga. Il commento è del consigliere regionale Aldo Tracchegiani (La Destra) che, dichiarandosi stupito ed interdetto, così ricostruisce gli antefatti della vicenda: “Avevamo sollecitato l'11 agosto l'assessore regionale Lamberto Bottini e le due Province di Perugia e Terni a mettere in atto, con tutta sollecitudine, le procedure per l'adozione in Umbria del provvedimento per la caccia in deroga alle specie elencate: eravamo convinti che a pensar male alle volte ci si indovina ed avevamo ragione”. Nel merito delle procedure sa seguire per ottenere la deroga, Tracchegiani ricorda come: “La legge 3 ottobre 2002 numero 221 prevede che le deroghe siano applicabili per periodi determinati, sentito l'Infs o gli Istituti riconosciuti a livello regionale. Dunque il parere dell'Istituto può essere sostituito da quello dell'Osservatorio faunistico regionale. Anche perché il parere dell'Infs, sulla base del presupposto giuridico che si lega alla parola ‘sentito' non è assolutamente vincolante per il soggetto istituzionale che propone le deroghe. Illuminanti a tale proposito sono le leggi regionali approvate di recente in data 23 luglio e 1 agosto dalle Regioni Lombardia e Veneto. In secondo luogo, il Direttore dell'Infs ha dichiarato di aver da tempo comunicato per iscritto alle Regioni, che non saremo stati in grado di eseguire il calcolo delle quantità prelevabili per la caccia in deroga di alcune specie. Lo stesso Professor Toso, sostiene – ricorda Tracchegiani – che “E' facoltà dell'assessore competente dare disposizioni per la caccia in deroga. Da che parte sta la verità ce lo chiediamo noi ma anche tantissimi cacciatori. Non vorremmo che il diniego dell'Infs non rappresenti un fatto sostanziale, ma bensì solo la rappresentazione burocratica dell'impossibilità dell'istituto ad adempiere ad fatto meramente amministrativo”. Siamo disponibili in ogni caso – conclude Tracchegiani – “ad aprire un confronto costruttivo sull'argomento, al fine di raggiungere l'obbiettivo della caccia in deroga, cosi come è già avvenuto nelle regioni sopra richiamate”.
CACCIA IN DEROGA: LA DESTRA CONTESTA LE DECISIONI DELLA PROVINCIA SU FRINGUELLI , PEPPOLE E STORNI
Mer, 13/08/2008 - 13:33