"Caccia in deroga, delibera da rivedere": la lettera di cinque associazioni venatorie - Tuttoggi.info

“Caccia in deroga, delibera da rivedere”: la lettera di cinque associazioni venatorie

Massimo Sbardella

“Caccia in deroga, delibera da rivedere”: la lettera di cinque associazioni venatorie

Mer, 27/08/2025 - 17:31

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Un incontro urgente per rivedere la delibera con cui il 6 agosto la Giunta regionale ha fissato al 15 ottobre il via alla caccia in deroga alle specie storno, tortora dal collare e piccione di città per contrastare i danni all’agricoltura e per prevenire rischi di natura igienico-sanitaria.

Tempistiche incongrue e quindi da rivedere, anticipando il periodo del prelievo con carattere d’urgenza, secondo i presidenti delle associazioni venatorie umbre Anuu Migratoristi (Wladimiro Boschi), Cpa (Angelo Liurni) Libera Caccia (Lando Loretoni), Enalcaccia (Francesco Ragni) e Italcaccia (Mauro Longari), che hanno scritto all’assessore Simona Meloni e al dirigente Francesco Grohmann. Rispetto a una misura che invece è stata salutata con favore da Federcaccia.

Dalla Consulta alla delibera del 6 agosto

“Nell’ultima Consulta faunistica venatoria – scrivono le cinque associazioni venatorie all’assessore Meloni e al dirigente – Lei e i responsabili degli uffici regionali preposti ci avevate assicurato che, una volta recepite dagli organi competenti le risposte alle richieste di deroga presentate, ci saremmo confrontati per assumere i provvedimenti conseguenti. Abbiamo invece appreso – prima dalla stampa e poi attraverso la diretta lettura – della delibera del 6 agosto con la quale si autorizzano i prelievi in deroga delle sole tre specie in oggetto”.

“Al di là della mancata concessione delle altre deleghe richieste, tema sul quale avremo modo di confrontarci anche sulla base degli aspetti tecnici sui quali si sono basate le istanze – evidenziano – non possiamo non mostrare delusione per il fatto di come sia stata redatta la delibera, senza il confronto con le Associazioni venatorie che Lei stessa aveva assicurato. E non è soltanto un aspetto formale (che pure ci preoccupa, considerando il rapporto con la nuova Amministrazione che si è insediata da pochi mesi).
Se Lei avesse fatto convocare la Consulta o comunque, visto il periodo agostano, avesse attivato un rapido ma concreto confronto con le Associazioni venatorie, la Regione avrebbe evitato le evidenti incongruenze presenti nella delibera in questione”.

Le incongruenze: tempi e carniere

“Così come formulata, con l’avvio dei prelievi in deroga dal 15 ottobre (quando cioè la quasi totalità delle nostre colture è ormai matura e già oggetto di lavorazione, ad eccezione dell’ulivo) – sottolineano le associazioni venatorie – rappresenta una beffa non tanto per i cacciatori, quanto per gli agricoltori che lamentano i danni arrecati da queste specie. Se il problema dei danni all’agricoltura è reale, come lo è di fatto e come argomentato nei documenti istruttori che hanno portato alla delibera, il provvedimento doveva avere carattere di urgenza”.

“Allo stesso modo – aggiungono – risultano eccessivamente ridotte le quantità del carniere indicate.
Quanto alle quantità, è stata fatta la scelta di poter cacciare le specie in deroga solo con il tesserino digitale. Scelta fatta dopo che i cacciatori under 65 che praticano la selezione hanno dovuto scegliere tra tesserino cartaceo e digitale. Impedendo di fatto a quei cacciatori che hanno già scelto il tesserino cartaceo di partecipare alla caccia in deroga nell’interesse della collettività. Ed impedendo, come più volte richiesto dalle scriventi Associazioni, che tutti i cacciatori e tutte le forme di caccia vengano trattate con pari dignità. Il ricorso all’app, che pure in passato avevamo criticato per la preapertura, sarebbe stata in questo caso una soluzione più equa ed efficace”.

Il metodo

Nella lettera si affronta il nodo del rapporto tra chi amministra e il mondo venatorio: “La politica è stata male consigliata, avendo scelto di escludere i cacciatori, persone che, ricordiamo, svolgono una importante funzione sociale nel nostro territorio. Ma anche la caccia in deroga a specie nocive e invasive viene più vista come una ‘concessione’ ai cacciatori piuttosto che una funzione di pubblica utilità.
Chiediamo pertanto che venga al più presto convocato un incontro, al fine di apportare alla delibera in questione quelle modifiche che riteniamo necessarie, anticipando in emergenza le tempistiche dei prelievi (come del resto avviene nelle regioni limitrofe) e superando la disparità rappresentata dal solo ricorso al tesserino digitale”.

“Confidando che queste nostre richieste siano accolte – termina la lettera inviata da Anuu Migratoristi, Cpa, Libera Caccia, Enalcaccia, Italcaccia – auspichiamo che in futuro le Associazioni venatorie, tutte, vengano tenute nella giusta considerazione prima di assumere scelte che le coinvolgono”.

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