Questa volta il tempo ha giocato a favore degli ambientalisti. Lo scorso anno le sentenze dei tribunali amministrativi, che pure bocciavano alcune indicazioni e tempistiche previste nel Calendario venatorio dell’Umbria, era giunte quando ormai le doppiette avevano sparato. Questa volta il parere dell’Ispra, obbligatorio ma non vincolante per poter modificare il Calendario venatorio già approvato prevedendo due giorni di apertura, è stato protocollato il 13 settembre, a due giorni dunque dall’avvio ufficiale della stagione di caccia in Umbria, quando nelle due domeniche di eventuale preapertura le doppiette erano rimaste nella fuciliera.
L’Ispra evidenzia comunque i contenuti del Calendario venatorio dell’Umbria ritenuti non condivisibili “sotto il profilo tecnico-scientifico”. In particolare, si raccomanda nel mese di settembre il prelievo per le specie colombaccio, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia e merlo esclusivamente con appostamento. Per l’Ispra tutte le specie ornitiche e di piccola selvaggina devono essere cacciate dal 2 ottobre.
Si ritiene inoltre di dover escludere la caccia alla pernice rossa per scoraggiare il rilascio di specie da allevamento, mentre si chiede di preservare la moretta, evitando il rischio di confusione con la moretta tabaccata.
Quanto alle date di chiusura, si suggerisce il 31 gennaio per la beccaccia, anticipando al 20 gennaio quella dell’avifauna selvatica (alzavola, fischione, germano reale etc.); stessa data per il moriglione e la pavoncella. L’Ispra discorda anche sui tempi di caccia previsti per tordo bottaccio, cesena e tordo sassello.
Per la quaglia e la starna il termine ultimo per il prelievo viene indicato nella data del 30 novembre. Anticipandola al 31 ottobre per la quaglia. Per l’Ispra, infine, la chiusura della caccia al beccaccino va prevista entro il mese di dicembre.
L’Ispra indica infine come prematuro l’inizio dell’attività di addestramento cani dal 18 agosto, “in quanto alcune specie non hanno ancora completato la fase riproduttiva o di dipendenza dei giovani”.