Prime giornate, oggi 2 e domani 3 settembre, di preapertura in Umbria per la caccia alle specie migratorie, con una riduzione d’orario sabato, con una chiusura delle battute entro le 15. Puntuali sono scattati i controlli da parte di 8 squadre delle Guardie WWF, impegnate questa mattina nei controlli venatori nella provincia di Perugia, in particolare per verificare distanze irregolari tra appostamenti ed eventuali dimenticanze.
Come informa una nota dello stesso WWF, è stata rilevata “una concentrazione anomala che ha visto alcuni cacciatori, rinunciare alle postazioni già segnalate dalla sera prima, appunto per mancanza di spazi, con qualche litigio per chi era arrivato prima“. Le guardie hanno dunque multato alcuni cacciatori per il mancato rispetto della misura minima dei 100 metri previsti. Altri cacciatori sono stati sanzionati con 154 euro per non aver annotato sul tesserino venatorio l’abbattimento delle prede. 5 le sanzioni nel giro di appena 3 ore di controlli. Sono state anche elevate delle multe per aver circolato e sostato con la propria auto negli ambienti naturali.
Un caso veramente curioso si è poi registrati a Pila di Perugia, dove due giovani di Spoleto, con una spiccata e fervida immaginazione, hanno pensato di fare una sorta di caccia vagante direttamente dentro al capanno. I due infatti sollevandolo da terra con le mani e rimanendo dentro “l’appostamento mobile”, si spostavano sul territorio formalmente in regola con la legge. Una scena, come ha avuto modo di affermare il WWF nella sua nota, “quasi fantozziana”.
Un calendario, quello venatorio previsto per il 2017/2018, che, come ha avuto modo di spiegare l’assessore regionale Fernanda Cecchini annuncia quanto approvato oggi dalla giunta, su sua proposta, non prevede cambiamenti. Allo stesso modo, sono state raccolte le critiche “di associazioni ambientaliste e dall’Ispra circa le conseguenze sulla fauna selvatica prodotte in tutta Italia dalla perdurante forte siccità e dalle temperature elevate”. In Umbria, comunque, “non si registrano fenomeni di forte criticità per la fauna selvatica”, anche perché “la superficie boschiva percorsa da incendi è di circa 600 ettari su un totale di 380 mila”.
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