Cronaca

Caccia fuori comune in zone arancioni: primi ok al cinghiale, richieste per altre specie

La Regione Umbria è in attesa del pronunciamento dei prefetti di Perugia e Terni in merito alla possibilità di consentire la caccia anche al di fuori del proprio comune. L’assessore Roberto Morroni ha chiesto formalmente al Ministero e ai prefetti di Perugia e Terni di consentire liberamente l’attività venatoria in tutto il territorio regionale. Quesito al quale però ancora non è arrivata risposta.

Intanto, altre regioni inserite nella fascia di rischio Covid arancione hanno avuto il via libera per gli spostamenti di chi pratica la caccia al cinghiale. Così la Regione Emilia Romagna e, dal 21 novembre, la Regione Marche.

L’Umbria: non solo caccia al cinghiale

Per l’Umbria, Morroni ha chiesto che venga concessa la possibilità di spostarsi non soltanto a chi pratica la caccia al cinghiale. Al momento alcune squadre sono ferme perché i componenti sono residenti in comuni differenti, così da non consentire il raggiungimento del numero minimo per effettuare le battute in braccata.

Anche gli altri cacciatori però, chiedono di poter uscire dai confini comunali. Come ad esempio chi ha la concessione per gli appostamenti o chi pratica la caccia alla beccaccia.

Atc in Umbria, sui cinghiali si cambia

L’informativa è stata data dall’assessore Morroni ai presidenti degli Atc incontrati in video conferenza questa mattina per illustrare il nuovo sistema di assegnazione dei fondi per pagare i danni ai cinghiali. Trasferimento regionale che viene aumentato, lasciando agli Atc libertà di destinazione delle risorse tra risarcimenti e spese di gestione.

Per lunedì fissato un nuovo incontro sul regolamento della caccia al cinghiale.