Cronaca

Caccia: fioccano esposti in Procura e querele alla polizia postale

Sequestrare tutti i verbali comminati negli ultimi anni ai cacciatori dal coordinatore delle guardie volontarie del Wwf dell’Umbria, Sauro Presenzini, sino alla data del 2 ottobre di quest’anno, da quando cioè la Provincia di Perugia ha rilasciato il decreto che autorizza, inequivocabilmente, ad effettuare controlli in materia ittico-venatoria. E’ la richiesta che il capogruppo regionale della Lega, Emanuele Fiorini, ha effettuato nell’esposto depositato alla Procura della Repubblica di Perugia ed a quella di Spoleto. Competenti in quelle aree “calde” del territorio provinciale, da dove cioè si è aperto il braccio di ferro tra il Wwf e la Libera Caccia. Con Fiorini determinato a far valere le ragioni dei cacciatori. Tanto che nell’esposto depositato in Procura ipotizza i reati di usurpazione di funzioni pubbliche, di titoli e di onori, e l’abuso d’ufficio per lo stesso Presenzini. E nei confronti dei funzionari dell’Ufficio contenzioso di Provincia e Regione l’omissione di atti d’ufficio e l’abuso d’ufficio per non aver annullato i verbali e per aver rilasciato il decreto “mancante” con un contenzioso in corso.

Tutto è nato dal ricorso presentato quasi un anno fa dalla Libera Caccia per conto di un proprio associato spoletino che era stato multato dal Wwf. L’avvocato dell’associazione venatoria, Marzio Vaccari, aveva chiesto all’Ufficio contenzioso della Provincia di Perugia se le guardie volontarie che avevano preso parte ai controlli fossero in possesso del decreto rilasciato dall’ente. L’unico titolo che, secondo la Libera Caccia, abilita ad effettuare controlli ed elevare sanzioni nei confronti dei cacciatori.

La Provincia aveva risposto che alle guardie in questione non era stato rilasciato decreto. Da qui le diverse comunicazioni e diffide inoltrate dalla Libera Caccia ai vari enti interessati, al Wwf ed al prefetto di Perugia e l’appello fatto a tutti i cacciatori dal presidente regionale dell’associazione, Lando Loretoni, di richiedere, in caso di controllo, l’esibizione del decreto della Provincia e, di fronte a un rifiuto, di chiamare le forze dell’ordine.

Ma le guardie ambientali del Wwf, con l’inizio della stagione venatoria, hanno proseguito ad effettuare controlli, multe e sequestri ai cacciatori che infrangevano le leggi. Ed anzi, comminando una sanzione per oltre 15mila euro nell’area Zac di Camposalese, a Spoleto, durante una gara cinofila organizzata dalla Libera Caccia.

Insomma, un vero muro contro muro tra Libera Caccia e Wwf. Per i cacciatori, il solo decreto prefettizio di cui erano in possesso alcune guardie del Wwf non li ammetteva ad attività autonoma di vigilanza in materia ittico-venatoria, sulla base del Dpr 6/79, secondo anche l’orientamento del Consiglio di Stato. Presenzini e le altre guardie del Wwf ritengono al contrario che la loro attività sia stata sempre legittima, confortati anche dall’operato degli Uffici contenzioso di Regione e Provincia, che non ne hanno mai sospeso i verbali. Il Wwf si appella in particolare all’art. 37 III comma della legge 157/92. E lamenta il fatto che, a seguito della posizione ostruzionistica assunta da alcuni cacciatori, le guardie siano state costrette a denunciare alcuni di loro alla Procura della Repubblica e segnalarli al questore per l’eventuale ritiro del porto d’armi per minaccia a mano armata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, rifiuto di fornire le proprie generalità, opposizione al sequestro. E poi ingiurie e diffamazioni attraverso i social, reati per i quali sono state presentate querele di parte alla polizia postale.

In questo clima, si è arrivati al 2 ottobre, data del rilascio del “benedetto” decreto della Provincia. Non una richiesta fatta per sanare una situazione illegittima, ha spiegato Presenzini, ma un modo per togliere ogni alibi ai cacciatori che infrangevano le leggi.


Caccia, spunta il decreto provinciale di Presenzini


Ma a Fiorini, quel decreto rilasciato solo quattro giorni dopo l’interrogazione con cui aveva portato il caso all’attenzione dell’amministrazione regionale non è andato giù. Tanto più che la notizia è stata appresa dai funzionari regionali chiamati in audizione in Commissione. “I cacciatori multati ingiustamente vanno rimborsati” ribadisce dunque Fiorini. Che chiede alla Procura di far luce su questa vicenda. Ma per il Wwf non serve “farsi togliere le castagne dal fuoco da certa politica” e sfida quei cacciatori che ritengono di aver subito un torto a presentare una “denuncia circostanziata alla Procura della Repubblica” e ad intentare una causa civile per l’annullamento dei verbali che giudicano viziati. Insomma, nel duello sulla caccia, ognuno ritiene di poter ottenere soddisfazione solo nelle aule dei tribunali.