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Caccia, è polemica sul calendario venatorio | Libera Caccia attacca

La segreteria regionale della Libera Caccia (Anlc Umbria) raccoglie il malcontento dei propri associati e dei tanti cacciatori per i contenuti del Calendario venatorio 2018/19 preadottato dalla Giunta regionale dell’Umbria. Un Calendario che non accoglie infatti molte indicazioni contenute nell’articolata proposta di integrazione alla bozza elaborata dalla Libera Caccia sulla base dell’attento studio effettuato dal proprio Comitato scientifico nazionale.

In particolare, Liberacaccia esprime rammarico per il mancato inserimento delle deroghe alle specie piccione selvatico, storno e tortora dal collare, pur consci che alcuni elementi, quali la mancata richiesta dei danni effettuati al mondo agricolo da parte delle suddette specie, poteva essere superata attraverso gli esponenti degli agricoltori in seno agli Atc, i quali avrebbero potuto fornire una quantificazione, anche sommaria, dei danni prodotti da questi volatili. E questo, nonostante altre regioni consentano di cacciare in deroga queste specie, molto dannose per l’agricoltura.

I cinofili lamentano poi il mancato inserimento della specie quaglia in preapaertura, che avrebbe avuto come prima data utile il 12 settembre. Quanto all’orario generale di caccia, si era chiesto di ritardare la chiusura la sera di soli 15 minuti, così da uniformare l’attività sul territorio regionale, ma anche questo piccolo accorgimento non è stato preso in considerazione.

Completamente ignorata anche la richiesta di valutare la continuazione della stagione venatoria nel periodo compreso 1 – 10 febbraio alle specie colombaccio e corvidi, così come avviente in altre regioni. Per fare questo l’Anlc aveva infatti richiesto oltre le due giornate di preapertura, di prevedere il fermo dell’attività venatoria alle specie sopra indicate dal 22 al 30 settembre, in modo da recuperare i giorni necessari per attivare la caccia nella prima decade di febbraio.

In merito al cinghiale, la Libera Caccia aveva proposto di uniformare in tutto il territorio regionale il periodo di caccia interessato, e precisamente da novembre a gennaio. Anche in questo caso la Regione ha disatteso la nostra indicazione.

Inoltre, dal 1° gennaio al 31 gennaio 2019 la caccia potrà essere effettuata solo con appostamento fisso o temporaneo, nonostante fosse stata richiesta, giustificandola con adeguate argomentazioni tecniche, l’estensione alla caccia vagante, anche per garantire la reciprocità con le regioni limitrofe.

Valutiamo invece con soddisfazione che uno dei pochi punti che ha recepito la Regione Umbria, assieme alla pre-apertura nei giorni 2 e 9 settembre, sia l’abbandono del fallimentare “progetto starna”, che tanto è costato e, soprattutto, molto terreno cacciabile ha tolto ai cacciatori dei comuni interessati e non solo.

Ma a pochi giorni dall’adozione di un Calendario venatorio che per le ragioni sopra esposte ha scontentato tanti cacciatori, la Regione con una delibera ha vietato ai propri uffici il rilascio di nuove autorizzazioni per appostamenti fissi senza richiamo, giustificando tale incredibile provvedimento con la necessità di uniformare le norme tra i territori delle due province umbre. Ignorando la proposta della Libera Caccia, che rivedeva l’intera materia degli appostamenti fissi, con e senza richiami vivi, e che avrebbe consentito in modo semplice di uniformare e migliorare le regole, senza interrompere il servizio e creare conseguentemente disagi ai cacciatori e alle associazioni. Per questi motivi l’Anlc ha richiesto agli uffici competenti di attivarsi per avere un quadro completo della densità degli appostamenti fissi per ogni Comune.

Su questo, Libera Caccia auspica che la Regione ritorni sulle proprie decisioni, rimuovendo il blocco del rilascio delle autorizzazioni e tenendo conto della proposta formalizzata, con puntualità tecnica e su base scientifica, dalla nostra associazione.