Caccia e pesca, doppia seduta delle rispettive Consulte regionali per discutere i tanti temi sull’imminente stagione di pesca e sul prossimo Calendario venatorio.
Per la pesca quest’anno il via libera è fissato al 28 marzo, dato che i ripopolamenti termineranno sino al 26. Sempre che la situazione pandemica, con i conseguenti limiti nazionali e regionali, consenta per quella data di andare a pesca, almeno nel proprio comune (se ci sono corsi d’acqua).
Le associazioni della pesca sportiva hanno rappresentato tutte le questione già poste nella lettera unitaria che era stata indirizzata a fine febbraio all’assessore Morroni. Chiedendo, in particolare, procedure più snelle per tesserini e vigilanza, un diverso funzionamento della stessa Consulta. E poi le questioni relative ai ripopolamenti e il nodo della trota fario e di altre specie.
La Consulta della pesca è stata riconvocata per il 20 marzo. Nel frattempo le associazioni della pesca sportiva, che avevano minacciato di non ritirare i tesserini da distribuire ai pescatori, si riuniranno per valutare le risposte ricevute dalla Regione.
Nel pomeriggio confronto in sede di Consulta venatoria sulla bozza del nuovo Calendario. Anche qui, diversi sono i nodi. A cominciare dal periodo della caccia al cinghiale, le cui date, non a caso, non sono state indicate nella bozza del Calendario. Tra l’avvio a ottobre o ad aprile, lo scorso anno fu trovata la mediazione a metà ottobre. Problema che si ripresenta anche quest’anno, con diversità di vedute tra l’area del Ternano (dove si chiede di mantenere la tradizione di inizio novembre) e le aperture fatte nel Perugino sull’anticipo ad ottobre.
E poi le associazioni hanno formulato varie proposte di modifica della bozza del Calendario venatorio. Inserendo dal primo giorno il colombaccio, purché non ne venga compromessa la caccia a fine gennaio. Allungare la caccia alla lepre di una settimana. Per le preaperture, si è parlato delle specie tortora dal collare, piccione e storno.
Le associazioni venatorie proveranno a sottoporre le proposte di modifica in un documento unitario. Per questo la Consulta venatoria verrà riconvocata prima del 20 marzo.
Sul tavolo c’è anche il tema delle nuove modalità di pagamento online dei diritti per la licenza di caccia. Attraverso una apposita piattaforma. Un obbligo di legge nazionale, la cui applicazione territoriale dovrà però essere approfondita.
Morroni ha parlato anche della richiesta di derogare ai divieti Covid consentendo l’addestramento cani all’interno delle ZAC (Zone Addestramento Cani). Una richiesta avanzata formalmente dai consiglieri regionali della Lega, Valerio Mancini e Stefano Pastorelli.
Per i due esponenti di maggioranza “non si tratta semplicemente di una pratica che agevola l’esercizio venatorio, ma rappresenta un’importante occasione per il mantenimento del benessere animale. Peraltro l’addestramento dei cani consente anche alla fauna liberata dagli allevamenti di adattarsi all’ambiente naturale circostante, così da poter sviluppare anche meccanismi di autodifesa“.
Per questo, si chiede di seguire l’esempio dei governatori di Marche e Toscana, che con una delibera stabiliscono una deroga per l’addestramento cani nei territori classificati a rischio medio alto (zona arancione) e in quelli a rischio elevato (zona rossa), in considerazione del fatto che in alcun modo questa attività può rappresentare un rischio per il propagarsi della pandemia.
Morroni ha spiegato in Consulta che la Giunta sta approfondendo il tema, attraverso la consulenza di tecnici per i vari aspetti. La deroga agli spostamenti dei cacciatori per la selezione della specie cinghiale è stata giustificata dal pericolo pubblico rappresentato dagli ungulati. Nel caso dell’addestramento cani, il rischio è che possa prevalere l’interpretazione di un’attività a scopo principalmente ludico. Per questo sono in corso approfondimenti.