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Caccia, dopo il Tar sabato l’apertura generale come da Calendario venatorio

Sabato 24 ottobre sarà di fatto l’apertura generale della caccia in Umbria. Visto il pronunciamento con cui il Tar, in camera di consiglio, ha respinto la sospensiva per molte specie che precauzionalmente il presidente del Tribunale amministrativo dell’Umbria aveva decretato sulla base del ricorso degli ambientalisti, la Regione Umbria torna all’originario Calendario venatorio. La data di sabato 24 per la ripartenza in caso di esito favorevole ai cacciatori era stata concordata nell’incontro che l’assessore Morroni aveva convocato con le associazioni venatorie dopo la sospensiva inizialmente accordata dal presidente del Tar. Ed è stata confermata dall’assessore Morroni prima alle associazioni venatorie, poi ai cacciatori in un video pubblicato sui social.

Si torna dunque al Calendario venatorio originario, con la reintroduzione della caccia alle varie specie alle quali, domenica 18 settembre e mercoledì 21 settembre, non si era potuto sparare per la sospensiva del Tar.

La Regione era stata infatti costretta a deliberare la modifica al Calendario venatorio fino al 29 settembre, con lo sto a molte specie (tra cui la lepre), riservandosi però di ripristinare il testo iniziale in caso di esito favorevole nel giudizio del Tar di martedì 20 settembre. Come poi avvenuto.


Il pronunciamento del Tar sulla sospensiva
chiesta nel ricorso degli ambientalisti


Le valutazioni del Tar

Davanti al Tar, nell’udienza di martedì mattina, erano comparsi i ricorrenti, le associazioni ambientaliste Wwf, LIPU, Legambiente, LAV, LAC, Enpa, rappresentati dall’avvocato Andrea Filippini. E, dall’altra parte, la Regione Umbria, con l’avvocato Anna Rita Gobbo. Ad opponendum, presenti anche Federcaccia rappresentata dall’avvocato Alberto Maria Bruni, e la Libera Caccia, difesa dall’avvocato Marzio Vaccari (di cui non è stata ammessa la seconda memoria, anche se è stata data facoltà di esporne le motivazioni).

Il Tar riconosce che il parere dell’Ispra è obbligatorio ma non vincolante. La Regione può anche superarne le valutazioni, dunque, nella stesura del Calendario venatorio, purché eventuali scelte difformi siano opportunamente motivate. Come fatto nel documento istruttorio allegato al Calendario venatorio.

Per i giudici amministrativi le argomentazioni degli ambientalisti circa le conseguenze sulla fauna selvatica di incendi e siccità non sono supportate da dati. Tanto più che nell’istruttoria è scritto che “le specie oggetto di caccia che nidificano in Umbria sono tutte al di fuori del periodo riproduttivo”.

L’udienza di merito fissata al 22 novembre, a questo punto, diventa dirimente sulle altre questioni poste dagli ambientalisti nel loro ricorso, legate alla chiusura della caccia per alcune specie.

Da sabato l’apertura generale

Da sabato 24 settembre, in Umbria, si può sparare come da Calendario venatorio anche alle seguenti specie: quaglia, beccaccia, alzavola, marzaiola, germano reale, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone, porciglione, tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, fagiano e starna, nonché la piccola selvaggina (lepre, coniglio selvatico, volpe). Oltre a quelle per le quali la caccia si è aperta il 18 settembre: colombaccio, merlo e corvidi.