Il Gruppo cacciatori stanzialisti dell'Atc 2 contro la selvaggina pronta caccia | Da Terni Gunnella (Confavi): i cacciatori pagano sempre
Caccia, critiche sulla selvaggina immessa dagli Atc in Umbria. Per la tipologia e per i costi. Il Gruppo cacciatori stanzialisti dell’Atc 2 contro le immissioni di selvaggina pronta caccia. Da Terni, il presidente di Confavi, Sergio Gunnella, punta l’indice contro le immissioni di selvaggina “quasi sempre travestita da cartone animato di Disneyana memoria“, il sistema economico che c’è dietro e critica la Regione per la mancata svolta.
Atc 2, critiche sulla selvaggina immessa
Il Gruppo cacciatori stanzialisti dell’Atc 2 critica l’attività di immissione selvaggina pronta caccia che si vuole svolgere anche quest’anno. Sembra con il consenso delle associazioni venatorie.
“Una situazione del genere non è più sostenibile – lamentano i cacciatori stanzialisti – è un insulto al vero cacciatore, in cerca di emozioni vere, con il proprio ausiliare, che cerca di incontrare quel fagiano selvatico, cresciuto in ambiente naturale, che sa far sudare… a quel cacciatore che non caccia per fame“.
Per questo si chiede all’Atc di non adottare questo tipo di pratica. “Siamo stufi – attacca il Gruppo cacciatori stanzialisti – i soldi sono i nostri e vanno spesi con serietà. Nell’ Atc 2 abbiamo Zrc che non hanno mai funzionato, con numeri di cattura sotto ai minimi termini e oltre a questo dobbiamo subire la beffa di incontrare polli spelacchiati come contentino, con l’illusione che così ci fanno divertire. Tutto gira sempre intorno alla caccia al cinghiale, si parla sempre e solo di cinghiale, basta!“.
Il Gruppo auspica che questa pratica venga definitivamente accantonata e si torni a parlare di rilancio vero della caccia con il cane da ferma.
Confavi, soldi e politiche
Da Terni il presidente Confavi, Gunnella, mette nel mirino le politiche per la caccia e le conseguenze economiche.
“La fauna selvatica – ricorda – è ‘bene indisponibile dello Stato’, ma i danni provocati dagli incolpevoli animali alle colture e agli operatori del settore…li pagano sempre i cacciatori!“.
E ancora: la caccia apre a settembre, il calendario venatorio è pubblicato entro il 15 giugno, ma in qualche Atc il pagamento deve avvenire a fine maggio.
E il contributo chiesto a chi spara a un cinghiale in forma singola. “Ma è lecito – si chiede Gunnella – far pagare al cacciatore una gabella su un selvatico che, come tutti gli altri, compare nell’ elenco delle specie cacciabili a norma di legge, e quindi ‘a gratis’?“.
Eppure, rileva Gunnella, nonostante tanti cacciatori siano scontenti, finiscono comunque con il pagare. Entrando inun “gioco dell’oca” dove anche la selvaggina farà parte “dei bilanci di coloro che ne hanno incassato i danari“. Perché, prosegue Gunnella, “quella stessa selvaggina è prodotta negli allevamenti pubblici (leggi regione) e l’Atc si guarda bene di acquistare da altri fornitori! Come dire: dal produttore al consumatore“.
“D’altro canto – evidenzia il presidente Confavi – l’abbiamo già detto: se per regolamento regionale è la Giunta a stabilire l’importo dello stipendio del presidente degli Atc umbri e quello del gettone di presenza assegnato a ciascun membro del Comitato direttivo è la somma che fa il totale. E così, alcuni presidenti degli Atc umbri, costantemente in affanno di bilancio, strillano dal giorno che si sono insediati, sperando di coprire le elucubrazioni di un’amministrazione regionale che fa altrettanto, forte di un cambiamento più promesso che applicato. Per il momento gli Uomini dei Boschi continuano a dar retta alla loro passione. Quanto durerà ancora l’ incantesimo, a nessuno è dato a sapersi. Accidenti alla passione!“.