Ridurre i compensi degli amministratori degli Atc che non “lavorano bene”. Questa la proposta che Sergio Gunnella, presidente Confavi Terni, invia alla politica regionale.
Gunnella ricorda che nove anni fa era entrato a far parte del Comitato gestionale dell’Atc 3: “La mia apparizione in tale organismo venatico, per ovvi motivi e comprensibili a tutti, stante gli avvenimenti consequenziali finiti poi sulle prime pagine dei quotidiani locali, fu una sorta di ‘mordi & fuggi’. Non ero gradito. E fui rimosso dopo solo quattro apparizioni dagli stessi che mi avevano raccomandato. Ma l’occasione fu ugualmente succosa, tanto da confermare, in tempo reale, tutte le mie perplessità sulla mala gestione faunistica ternana presunta fino a quel momento”.
Poi sono seguite le indagini e le condanne successive inflitte dalla Corte dei Conti regionale a carico di alcuni esponenti dell’Atc 3. Tuttavia, lamenta Gunnella, molti personaggi di spicco restano al loro posto.
Il dibattito sull’azzeramento dei vertici degli Atc 1 e 3 esploso in Regione (a chiederlo, in particolare, è il consigliere della Lega, Valerio Mancini) porta Gunnella ad avanzare, appunto, la proposta di ridurre i compensi di chi amministra questi Atc.
Perché gli Atc, pur gestendo cosa pubblica, sono organi privati, con uno statuto che norma le scelte interne delle proprie cariche statutarie. L’amministrazione regionale funge da ‘organo di controllo’, e non può – ricorda Gunnella – mettere il naso fra le elezioni del Comitato Direttivo che sceglie il proprio presidente, l’ufficio di presidenza e le altre cariche.
Eppure nel 2008 l’allora Giunta Lorenzetti predispose un regolamento, il n. 6, che consente appunto di modificare i compensi per gli Atc.
“Avventura vuole – prosegue Gunnella – che oggi in Regione Umbria sia cambiato il vento politico. Ma il ‘Regolamento Lorenzetti’ esiste ancora. E allora applichiamolo a tutto tondo: ma al ribasso, stavolta. Perché, se è vero che la Giunta regionale non può intervenire direttamente sul ‘licenziamento’ di chi non lavora (o lavora male) in sede di Atc, è altrettanto vero che essa può intervenire sull’importo del compenso: ne ha facoltà”.
Così come la Regione può commissariare gli Atc in caso di inattività o problemi di bilancio. Possibilità che vale, ovviamente, per tutti gli Ambiti territoriali di caccia. Ma l’attenzione è concentrata, pur con situazioni differenti, sugli Atc 1 e 3.