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Caccia, Cecchini ufficializza: niente preaperture | Fuoco incrociato

L’atteso parere dell’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) sulla modifica al Calendario venatorio in Umbria non è arrivato entro il tempo massimo. E così i cacciatori umbri, domenica 1° settembre e domenica 8 settembre, dovranno tenere le loro doppiette nel fodero. Quest’anno in Umbria non ci saranno giornate di preapertura.

A darne conferma è stata l’assessore regionale Fernanda Cecchini: “Non ci sono le condizioni per approvare la modifica al calendario venatorio per la stagione 2019/2020 preadottata dalla Giunta regionale e prevedere la preapertura della caccia, poiché non è ancora pervenuto alla Regione il parere dell’Ispra, non vincolante ma obbligatorio”.

Un parere obbligatorio ma non vincolante nel merito, come quello della Commissione regionale, che invece è arrivato in tempo. Ma l’Ispra, complice anche le vacanze estive, non ha esaminato la pratica umbra e non si è espresso.

Il Wwf gongola

Come sperava il Wwf, che ora gongola: “Improvvisazione, superficialità, negligenza, insipienza, scarso equilibrio e scorrettezza amministrativa, potrebbero essere gli aggettivi per qualificare il catastrofico risultato circa i calendari venatori censurati e bocciati dai Tar per il giusto sollecito e denuncia del Wwf, ma in questo caso, la Regione Umbria ha fatto tutto da sola” si esulta sulla pagina Facebook dell’associazione ambientalista.

Nonostante il parere contrario dell’avvocato della Regione, la diffida della battagliera avvocatessa ambientalista, Valeria Passeri – si legge – la Regione ha giocato sui tecnicismi, sul millimetrico centellinare le date, per impedire colpi di mano degli ambientalisti sempre con la “lancia in resta” e pronti a segnalare scorrettezze e illegittimità“.

Quindi nel mirino finisce l’assessore Cecchini, “colpita dal suo stesso boomerang” puntano l’indice gli ambientalisti. Che proseguono: “Come farà ora a giustificarsi di fronte al suo amato e coccolato popolo, forse pensa di cavarsela dicendo, come sembra abbia detto, che la colpa è dell’Ispra …la colpa è sempre di un altro, mai del politico e della politica. Sono mesi che si discute sottobanco della voglia e possibilità di fare le preaperture, i moti carbonari suggerivano strategie, alchimie, che però alla prova dei fatti, si sono rivelate un flop!“.

Il Wwf avverte poi Palazzo Donini sui rischi del firmare un provvedimento “già in odore di illegittimità“.

Cecchini: “Rispettata la normativa”

Ma Cecchini non sembra intenzionata a forzare la mano: “Il percorso per confermare anche quest’anno i due giorni di preapertura non era semplice, come tutti sapevamo – aggiunge l’assessore – tanto che non erano stati inseriti nel calendario approvato il 17 maggio scorso. In queste settimane abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre competenze, e di questo ringrazio sia gli uffici regionali sia i consiglieri regionali delle varie forze politiche non solo della maggioranza, a testimonianza del rispetto delle migliaia di cittadini umbri coinvolti dalla passione per l’attività venatoria”.

E ancora: “Abbiamo operato, nel rispetto delle normative, credendo fino in fondo nella possibilità di prevedere giornate aggiuntive antecedenti l’apertura della terza domenica di settembre – dice ancora l’assessore – ma l’assenza del parere dell’Ispra non lo consente. Non ci sono tempi tecnici per l’anteprima della stagione da domenica prossima”.

Sono certa – conclude l’assessore – che nelle prossime settimane il mondo venatorio potrà praticare al meglio la passione per la caccia, grazie a un calendario venatorio che offre tutte le condizioni al riguardo”.

Libera Caccia, in campo il presidente nazionale

Ma a chiedere “un atto di coraggio” a Fernanda Cecchini è il presidente nazionale della Libera Caccia, Paolo Sparvoli, che ha inviato una lettera all’assessore. Nella quale, così come ha fatto già il presidente umbro Anlc Lando Loretoni, ricorda che la Libera Caccia aveva sollecitato alla sua naturale scadenza la stesura del nuovo Piano faunistico e venatorio. Tanto più alla luce della sentenza del tar dell’Umbria dello scorso ottobre.


Mancate preaperture, le accuse di Lando Loretoni (Libera Caccia)


La mancata preapertura della stagione 2019/20 – prosegue Sparvoli – rappresenta un gravissimo danno per i cacciatori. Danno di cui è responsabile integralmente il Tuo Assessorato e l’intera Giunta regionale, che, con notevole e inspiegabile ritardo, non provveduto nelle tempistiche giuste a richiedere il parere dell’Ispra, il quale ha fino a 30 giorni per rispondere“.

A questo punto – prosegue Sparvoli – Ti chiedo un atto di coraggio come stanno facendo altre Regioni anche limitrofe; pur se in mancanza del parere dell’Ispra o parere negativo, che è obbligatorio ma non vincolante, potresti forzare la mano, provvedendo ad autorizzare i cacciatori umbri ad effettuare la preapertura. Se desideri essere ricordata come l’assessore alla Caccia per eccellenza, regalaci questo ultimo atto di coraggio; in caso contrario, il ricordo del Tuo mandato, purtroppo, non potrà che essere negativo“.

Tracchegiani spara le sue cartucce

A “sparare” contro la Regione è Aldo Tracchegiani, cacciatore e coordinatore regionale con Pietro laffranco di “Cambiamo!”, il movimento politico fondato da Giovanni Toti in cerca di spazio nel centrodestra.

Il teatrino sulla preapertura in Umbria, al quale stiamo assistendo in queste ore, non rappresenta nulla se non l’ennesima operazione raffazzonata della sinistra in materia di gestione venatoria. Una sinistra scialba, approssimativa e in disarmo, che per anni ha gestito la materia caccia con lo stesso, presuntuoso atteggiamento “grazie” al quale ha mandato all’aria tutte le altre branche della pubblica amministrazione regionale” attacca Tracchegiani.

Che se la prende anche con le associazioni venatorie, ree, a suo giudizio, di aver dovuto chiedere già a giugno alla regione il parere dell’Ispra. Un ritardo nell’inserimento delle preaperture che, come sanno anche gli ambientalisti, era però legato ai rischi di ricorso al Tar, prima che fosse pronto il Piano faunistico venatorio. Il ritardo, dunque, era nell’elaborazione del Piano faunistico e venatorio, sollecitato, come ha ricordato Paolo Sparvoli, da diverse associazioni venatorie.

Tracchegiani assicura che dopo il 27 ottobre, con la vittoria del centrodestra (di cui “Cambiamo! è sicura di far parte) le cose per i cacciatori umbri cambieranno, in meglio. E annuncia una rivoluzione per la Consulta e per gli Atc: “Saranno i cacciatori a decidere concretamente, con assemblee e primarie, chi potrà rappresentarli in seno agli organi di indirizzo, che saranno rivoluzionati“.