La Giunta regionale ha deliberato la sospensione del rilascio dei rinnovi delle autorizzazioni per appostamenti fissi senza richiami vivi “fino all’avvenuta approvazione del nuovo Piano faunistico venatorio regionale”. E proprio i tempi di approvazione del nuovo Piano faunistico venatorio tengono in tensione i cacciatori umbri. Infatti, dopo la sentenza 27/2019 con la quale il Tar, pur riconoscendo la legittimità delle scelte della Regione sulla caccia di selezione, ha parzialmente accolto le istanze del Wwf relativamente alle preaperture inserite nel Calendario venatorio, la mancata predisposizione del Piano, o comunque un suo ulteriore ritardo, rischia di compromettere la prossima stagione venatoria. Con il primo effetto pratico di bloccare le preaperture di settembre. Perché se in molte altre regioni i giudici amministrativi hanno avallato la programmazione di calendari venatori con gli aggiornamenti dei Piani faunistici in itinere, l’orientamento del Tar dell’Umbria lascia pensare che a settembre non ci saranno sconti di fronte a nuovi ricorsi degli ambientalisti.
Ecco perché i cacciatori attendono che la Regione elabori a breve una bozza del Piano faunistico, così da poterlo partecipare ed eventualmente migliorare prima dell’adozione del Calendario venatorio, che deve avvenire entro giugno. I tecnici faunistici degli uffici regionali stanno lavorando, ma i cacciatori chiedono di far presto, offrendo anche le consulenze dei propri uffici nazionali.
Un contributo che attraverso i propri tecnici nazionali è pronta a fornire anche la Libera Caccia, che però con il suo presidente regionale Lando Loretoni esprime preoccupazione per i tempi di attesa: “Sappiamo che gli uffici regionali stanno lavorando – premette – ma è importante che il Piano sia disponibile in tempi celeri per poter avviare la partecipazione con le associazioni. Invitiamo quindi la Regione a mettere in calendario più momenti di lavoro, anche comune, per accelerare l’iter. Non disporre del Piano faunistico in tempo utile per il nuovo calendario venatorio, o comunque presentare un documento che non tenga conto di tutte le necessità emerse nel territorio – lamenta il presidente umbro della Libera Caccia – rischia di compromettere la prossima stagione venatoria in Umbria”.
C’è poi la questione relativa alle nomine dei Comitati di gestione degli Atc. L’accordo pareva essere stato trovato, ma sulle nomine che spettano al pubblico (le nuove norme hanno ampliato la platea degli enti coinvolti) ci sono stati ripensamenti nella triangolazione tra politica e associazioni, in particolare nell’Atc 1 del Perugino.
“Sembrava imminente il decreto – afferma a questo proposito Lando Loretoni – ed invece assistiamo a nuovi rinvii per cariche che sono scadute ormai da un anno. Così gli Atc possono svolgere solo l’ordinaria amministrazione, impedendo di programmare le tante attività che svolgono in materia faunistica, per la difesa del territorio e delle colture agricole”.