Prorogata in Umbria la caccia al cinghiale al 31 gennaio. La Giunta regionale, sulla base dei pareri acquisiti e dell’istruttoria dei competenti dirigenti, ha accolto la proposta dell’assessore Roberto Morroni di prorogare il calendario venatorio per la specie cinghiale.
E questo nonostante le diffide di alcune associazioni ambientaliste. Cosa che aveva portato ad un approfondimento della materia, tanto che sembrava la delibera dovesse slittare.
Nella delibera votata oggi (lunedì) si riconosce che a causa dell’emergenza Covid e dei divieti dei vari Dpcm il prelievo del cinghiale in battuta è rimasto sospeso per circa un mese. Riconoscendo che a causa di tali impedimenti sarà sicuramente impossibile rispettare i piani di abbattimento. E che questo causerà “un forte squilibrio demografico” della specie cinghiale, con “gravi ripercussioni sui danni causati” nella prossima annata agraria.
Le associazioni venatorie hanno comunque fatto sapere che i cacciatori non risponderanno dei mancati raggiungimenti dei piani, né saranno accettati eventuali aumenti delle quote Atc.
La Regione, come preannunciato dall’assessore Morroni in Consiglio, ha scelto di prorogare sino al 31 gennaio la caccia al cinghiale che si è chiusa ufficialmente domenica 17 gennaio.
Resta comunque al momento il divieto di spostarsi al di fuori del territorio comunale (possono farlo, per 30 km senza entrare nei capoluoghi, coloro che si trovano nei comuni con meno di 5 mila abitanti) in base all’ultimo Dpcm e all’ordinanza del ministro Speranza. Per la deroga serve un eventuale provvedimento della Giunta regionale.