Oltre 1500 cacciatori, ieri sera, hanno risposto all’invito del coordinamento squadre cinghialiste dell’Umbria, ed hanno preso parte all’incontro dal tema “Caccia al cinghiale in battuta: quale futuro in Umbria?”, svoltosi presso l’Egizia Dancing, a San Nicolò di Celle, Deruta. Presenti, coordinati dal segretario Brozzi, l’assessore regionale Cecchini, il presidente della terza commissione regionale Buconi, i rappresentanti degli Atc, del mondo agricolo e dell’associazionismo venatorio.
Il presidente Marcello Spigarelli ha ribadito la natura del coordinamento, che non è un comitato e si riconosce in tutte le associazioni venatorie. I cinghialisti offrono collaborazione alle istituzioni e ai propri rappresentanti, in cambio di rispetto e volontà di gestire la specie cinghiale e la sua caccia, secondo criteri di etica venatoria e responsabilità. Il presidente ha inoltre offerto spunti di riflessione circa l’efficacia delle attuali misure di prevenzione dei danni alle colture, i tempi, i modi e gli spazi che ne sono interessati, i ritardi delle Province nel recepire la delibera regionale con la quale si dava il via libera, in estate, all’abbattimento di oltre 4500 cinghiali nei tre Atc umbri, e altro ancora.
Protagonista, ovviamente, la famigerata lettera “H” del calendario venatorio, vale a dire la norma che obbliga i cacciatori di cinghiale in battuta, e solo quelli, a non svolgere nessun altro tipo di caccia per l’intera giornata venatoria. “Introduce la caccia per specie”, ha detto Spigarelli. “E’ inaccettabile che passi con il silenzio di alcune associazioni venatorie, anche se non tutte”.
Proprio le associazioni venatorie hanno cercato di precisare la propria posizione in merito alla lettera “H” del calendario, con alterni risultati. L’Anuu ha proposto di togliere il vincolo dell’esclusività durante le battute del giovedì, quando è più difficile trovare il numero minimo dei partecipanti alla caccia al cinghiale. La Libera Caccia ha chiarito che la lettera “H” non è frutto di richieste di associazioni venatorie, preferendo non commentare oltre sino a che non si saprà chi ha suggerito alla Regione di inserirla. Addirittura l’Arcicaccia ha proposto di modificare il regolamento regionale della caccia al cinghiale, in direzione di “nuove forme di caccia che stanno emergendo per chi non si identifica nelle squadre”, ventilando quindi l’ipotesi di introdurre, anche in Umbria, il pericolo della cacciarella.
Federcaccia Umbra, dopo aver ricordato l’importanza della caccia al cinghiale per l’intero mondo venatorio italiano, e definendo il cinghiale “risorsa” e mai “problema”, ha ribadito che le uniche due forme di prelievo ammissibili sono la battuta e l’individuale, perché sono le uniche due in grado di non sfasciare le squadre e garantire sicurezza, gestione della specie e tutela delle altre forme di caccia. Federcaccia è d’accordo con il coordinamento sui tempi di caccia (primo ottobre-31 dicembre), sulla moratoria al numero delle squadre, sulla redistribuzione dei settori. Riguardo la lettera “H”, ribadendo la propria contrarietà alla norma, Fidc ha confermato la necessità di regolamentare anche la caccia individuale, conferendo la stessa dignità e gli stessi vincoli ad entrambe le forme di prelievo.
Importante anche la posizione assunta dal mondo agricolo, che con i suoi rappresentanti di categoria ha parlato di “collaborazione” e responsabilità come unica via per raggiungere dei risultati apprezzabili.
Il presidente della terza commissione, Massimo Buconi, ha invitato a una riflessione sugli effetti nefasti per la gestione della caccia che porterà la lettera “H”. Non è mancata la polemica con le Province, in particolare con quella di Perugia, che ha adottato la delibera regionale per gli abbattimenti estivi soltanto a fine agosto, proponendo il 2 e il 26 settembre come date uniche per abbattere oltre 2500 animali. “Facciamo abbattimenti straordinari da oltre 20 anni, è evidente che non è questa la strada giusta. Occorrono piani seri di prelievo”.
Nel suo iintervento l’assessore Fernanda Cecchini, ha parlato di crisi economica e di necessità di gestire le risorse in modo razionale. L'Assessore indica la possibilità di trovare una soluzione alternativa alla lettera “H” per gestire al meglio il cinghiale. Interessante, in chiusura di intervento, è stato l’annuncio di un’imminente revisione degli Atc umbri, che saranno raggruppati in un unico soggetto con 4-6 unità operative sui vari territori, secondo il criterio di pertinenza.