“I terremotati dell’Umbria e delle altre zone del cratere da domani dovranno iniziare a restituire la ‘busta pesante'”.
Lo ricordano i parlamentari umbri di Fratelli d’Italia Franco Zaffini ed Emanuele Prisco che parlano della “ennesima beffa di un Governo che vuol fare cassa per il reddito di cittadinanza, pagandolo con i soldi dei terremotati, in zone dove della ricostruzione non si vede neanche l’ombra”.
Emanuele Prisco e Franco Zaffini chiedono quindi al Governo un intervento immediato per rinviare ancora la restituzione della busta pesante. In ogni caso i rappresentanti di FDI presenteranno un emendamento al “Decreto Milleproroghe”, in discussione alla Camera.
Nel DL Terremoto, da poco licenziato dalle Camere, è stato prorogato lo “stato di emergenza” e contestualmente introdotti alcuni correttivi alla restituzione, come la riduzione al 40% del dovuto, battaglia di Fratelli d’Italia sin dall’inizio della legislatura. Con lo stato di emergenza in molti avevano dato per scontato che fosse rinviata anche la restituzione della busta pesante, ma non è così.
I Parlamentari di Fratelli d’Italia denunciano quindi l’ennesima beffa a danno delle popolazioni colpite dal sisma del 2016, spiegando che, dopo il pasticcio sulla questione delle macerie (si prorogava la raccolta ma non la gestione dei siti di stoccaggio), ora è il turno dei pagamenti delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali e assistenziali – la cosiddetta busta pesante appunto -, il cui versamento, secondo l’articolo 8 del Decreto Sisma deve improrogabilmente iniziare dal 15 gennaio, ossia da domani, senza che agli interessati, ai consulenti fiscali o ai CAF sia arrivata alcuna informativa.
“E’ necessario dare risposte serie a chi aspetta da 3 anni il ritorno ad una situazione di normalità, visto che la ricostruzione appare sempre più un miraggio. Non è pensabile – concludono Prisco e Zaffini – chiedere indietro i soldi e non aver dato una risposta a questi territori”.
Intanto Confartigianato Imprese Perugia prova a fare chiarezza sulla normativa relativa alla restituzione della cosiddetta busta pesante nelle aree terremotate, contenuta all’interno del Decreto Sisma (dl 123/2019).
Un decreto, ricorda l’associazione di categoria, che introduce ulteriori interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento degli interventi per la riparazione e la ricostruzione degli immobili, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017 delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Prevista anche l’estensione della misura Resto al Sud a professionisti e under 46 del Centro Italia.
Confartigianato Imprese Perugia ricorda che il dl 123/2019 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 250 del 24/10/2019 introduce ulteriori interventi urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. Un decreto che nasceva dall’esigenza di garantire continuità ed efficacia all’attività mirata alla ricostruzione nelle zone dell’Italia centrale.
Tra gli interventi relativi alle agevolazioni fiscali e contributivi, il Governo aveva stabilito la sospensione, dall’agosto del 2016 a tutto il 2017, del pagamento degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali.
Il decreto prevede ora la riduzione del 60% degli importi da restituire in relazione alla “busta pesante”, ovvero il taglio degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali che dovranno essere restituiti non più in misura integrale ma limitatamente al 40%.
I contributi dipendenti sono pari al 40% (riduzione del 60%) in un ‘unica soluzione o in 120 rate mensili. Nelle more del perfezionamento della pratica degli Aiuti di stato (“de minimis”) il datore di lavoro verserà o rateizzerà il 100% del dovuto, in attesa del successivo conguaglio.
“Occorre tenere nel giusto conto – evidenzia il segretario di Confartigianato Imprese Perugia, Stelvio Gauzzi – che molte imprese avranno nel 2020 il de minimis capiente”. I contributi personali sono invece da versare in un’unica rata o in 120 rate mensili al 100%. Da tener conto – sottolinea Confartigianato – che si tratta dei soldi delle future pensioni. Quanto all’Irpef, infine, la corresponsione è del 40% (riduzione del 60%) in un’unica soluzione o in 120 rate mensili.
Ricapitolando: chi ha usufruito della busta paga pesante con l’opzione della rateizzazione, dal 15 gennaio dovrà iniziare la restituzione del 40% di quanto dovuto. Chi ha iniziato a pagare le rate dovrà riconteggiare il dovuto alla luce dello sconto del 60%. Per chi invece ha già saldato il totale in un’unica rata, si dovranno attendere le disposizioni del Governo in merito alla tempistica.
Poi ci sono anche i terremotati che non hanno richiesto la busta pesante.
“Insomma – conclude il segretario Stelvio Gauzzi – una via contorta che Confartigianato proverà in tutti i modi a districare”.
(foto di repertorio)
Aggiornato alle 15.20