Nessuno si sarebbe mai immaginato che il Centenario di Alberto Burri, evento e vetrina mondiale importantissima per Città di Castello, potesse di fatto diventare fucina di così tante polemiche. Anche nell’ultima seduta del Consiglio Comunale tifernate, infatti, parlando dello straordinario successo della mostra The Trauma of Painting al Guggenheim di New York, inevitabilmente il discorso si è spostato su ben altre diatribe.
La prima di queste riguarda l’ormai famoso viaggio negli Usa intrapreso dalla delegazione istituzionale tifernate composta, tra gli altri, dal vicesindaco Michele Bettarelli e il primo cittadino Luciano Bacchetta. E’ stato proprio quest’ultimo a chiarire, una volta per tutte, la questione delle “spese” di viaggio, riferendosi soprattutto ad un post pubblicato su un noto social network dal consigliere d’opposizione Sandro Busatti, nel quale si chiedeva quale soggetto sostenesse i costi di tale delegazione in America: “Il Comune di Città di Castello non avrebbe potuto non essere presente anche se la trasferta fosse stata pagata da soldi pubblici anziché dalla Fondazione. Alzare una polemica sui costi significa non riuscire a vedere oltre l’orizzonte. Dobbiamo prendere atto del buon lavoro della Fondazione e dei risultati che gli accessi ai Musei confermano. Le critiche sono legittime se costruttive: il Consiglio comunale sapeva da tempo che la trasferta di NY non sarebbe costata un centesimo al Comune. Anche in politica le strumentalizzazioni palesemente false sono inaccettabili e a volte diventano controproducenti anche per chi le fa: sottolineo poi che non ci sono scontrini su cui indagare perché né sindaco né vicesindaco hanno chiesto rimborsi“.
Il capogruppo del Polo tifernate Cesare Sassolini è addirittura tornato più indietro nel tempo, dichiarando che il post citato dal sindaco avrebbe dovuto essere letto in modo diverso: “C’è un peccato originale compiuto sulla scelta dei consiglieri della Fondazione. Non si è dato seguito alle volontà del Maestro nominando in Fondazione personalità rappresentative di tutto il Consiglio mentre sono stati scelti nomi espressione della maggioranza. Anche nella delegazione di NY le minoranze del consiglio sono rimaste escluse. Sulla presenza del primo cittadino, nessuna questione, era un suo dovere esserci. Magari mi sarei aspettato, da parte sua, la richiesta di allargare l’invito alle componenti istituzionali in un’occasione così importante”.
Il capogruppo della Sinistra per Castello Alessandro Alunno ha invece definito “inopportune le dichiarazioni polemiche sulle spese perché la presenza del sindaco era necessaria“, aggiungendo che “sarebbe stato poco gestibile individuare un consigliere comunale da inserire nella delegazione“. “Il post di Busatti – ha sottolineato il consigliere PD Riccardo Celestini – avrebbe dovuto chiedere non chi paga ma chi invita. Tuttavia dobbiamo riconoscere che la Fondazione sta sostenendo tutte le spese della promozione del Centenario e la richiesta di apertura all’esterno che tutti auspicavamo mi sembra che con l’evento del Guggenheim sia stata esaudita”.
Tra le file dell’opposizione anche il capogruppo del PdL Davide Pazzaglia è tornato su un’altra questione non proprio recente, quella che tempo fa interessò i musei cittadini i quali, nonostante l’importante ricorrenza del Centenario, non avevano esentato gli studenti delle varie scuole dal pagamento dell’intero prezzo del biglietto: “La Fondazione ha avuto bisogno dei 2 euro di ingresso ai Musei dagli studenti tifernati ma non ha avuto problemi a spenderne 50mila per andare a NY“. La stessa maggioranza, in sede di Consiglio, ha comunque confermato di essere critica nei confronti di mancate agevolazioni per l’ingresso degli studenti. Per il capogruppo della Lega Nord Marcello Rigucci, infine, “il post di Busatti era riferito alla schiera dei valletti che era al seguito e non al sindaco“.
Bacchetta ha voluto concludere il dibattito criticando “la demagogia di una polemica che alza polvere su una questione chiarita con anticipo al Consiglio. Le mie considerazioni sono rattristate dal fatto che sia stato superato il limite della correttezza. La Fondazione è un ente di diritto privato; il Comune non controlla ma nomina 3 rappresentanti. L’invito della Fondazione è stato esteso ai consiglieri di amministrazione, gli altri erano paganti. I tre nomi proposti a suo tempo non erano politici ma adeguati al ruolo che dovevano svolgere, non a caso uno dei tre, Bruno Corà, è diventato presidente. La Fondazione Burri sta sostenendo spese notevoli, vedi il restauro esterno di Palazzo Albizzini e l’intera partita economica ed organizzativa di ‘Au rendez vous des amis’. Anche la mostra del Guggenheim a Città di Castello sarà a loro carico, così come il terzo museo della grafica dedicato a Burri”.
Botta e risposta al veleno Neri-Bettarelli – Al di fuori dell’assise tifernate è infuriata poi un’altra polemica nata dalle dichiarazioni abbastanza forti del presidente di Tela Umbra Luciano Neri il quale, a nome del comitato promotore “Osservatorio Beni Culturali”, ha definito il Centenario “un vero e proprio fallimento e un’occasione persa per celebrare il nome di Burri“. Anche Neri si è poi dimostrato critico sul viaggio della delegazione istituzionale a NY e sulla stessa Fondazione, rea a suo avviso di aver pagato una “vacanza” a fin troppe persone, quando invece sarebbe bastato inviare in America un solo rappresentante di ogni rispettivo ente. A questo si aggiungono altre parole non proprio tenere sempre nei confronti della Fondazione, che secondo Neri avrebbe prestato al museo appena un paio di opere.
Seguendo un’inevitabile “legge del taglione” è arrivata oggi la risposta, altrettanto forte, del vicesindaco Bettarelli al quale, premettendo che “tutto è migliorabile, non risulterebbe che il Guggeneheim abbia dedicato una retrospettiva così importante ad altri artisti italiani, né che Città di Castello abbia avuto una ribalta internazionale per qualche altro evento culturale. Per questo parlare in termini catastrofici del Centenario di Burri significa autosqualificarsi da un dibattito, nel quale sono beneaccette e auspicabili anche voci fuori dal coro”.
“Sarò felice – rincara Bettarelli – di conoscere i membri di questo sedicente comitato che non mi sembra si sia distinto per attivismo, dato che ne ignoravo l’esistenza pur essendo assessore alla Cultura. In questa veste ho partecipato alla delegazione istituzionale che ha accompagnato Burri in una delle massime istituzioni culturali mondiali, come era mio preciso dovere visto il ruolo che occupo non in qualche ente strumentale ma nel governo della città. L’assoluta mancanza di argomenti davanti al successo del Centenario, che è sotto gli occhi di tutti, risulta dal fatto che Neri ignora perfino quante opere della Fondazione siano esposte a N.Y.: ebbene sono 40. Evidentemente non si è neanche informato prima di lanciare la sua invettiva. I toni apocalittici usati da Neri nel suo De profundis al Centenario dovrebbero piuttosto essere rivolti verso Tela Umbra su cui da tempo siamo molto critici. D’altra parte chi nel suo curriculum vanta una decina di partiti non deve avere in gran conto la coerenza”.