Città di Castello sempre più nel segno di Alberto Burri. Nel numero di febbraio 2017 della rivista “Domus La città dell’uomo”, Pier Luigi Sacco, professore ordinario di Economia della Cultura presso l’Università IULM di Milano, esperto di fama internazionale, sottolinea che “a Città di Castello è in corso una complessa operazione di riattivazione culturale capace di mettere in moto nuove forme d’intelligenza collettiva”.
Partendo dalla linea di pensiero di crescente successo sull’epoca del “trionfo delle città e dei grandi agglomerati urbani”, l’articolo ribalta la prospettiva e argomenta con forza, rifiutando la marginalità dei piccoli centri e delle aree periferiche, a maggior ragione nel caso italiano sempre sottodimensionato rispetto agli standard globali. A sostegno della tesi l’autore dell’articolo cita esempi di realtà europee “che hanno completamente reinventato la loro ragion d’essere attraverso un percorso molto diverso e molto più complesso e interessante dei ‘grandi eventi’ finalizzati unicamente all’attrazione di flussi rilevanti quanto effimeri di turismo, appunto, occasionale”.
L’apertura dei nuovi spazi non permette soltanto una maggiore superficie espositiva, ma apre la possibilità di immaginare nuovi percorsi, per una rivitalizzazione culturale del luogo, che nel caso di Città di Castello, rappresenta un esempio particolarmente significativo di un centro urbano di grandissima qualità, ma lontano appunto dai flussi e dalle principali direttrici di mobilità su scala nazionale. Un territorio può diventare attrattivo non perché è semplicemente un ‘bel posto’ e nemmeno perché assicura soltanto una buona qualità della vita, ma perché ha un progetto di futuro in cui sia possibile riconoscersi e a cui possa avere un senso partecipare. La presenza di Burri acquista un significato particolare in questa prospettiva. Anche lo straordinario lascito di Gibellina testimonia quanto profondamente Burri credesse nella capacità dell’arte d’innescare una profonda trasformazione sociale e culturale
“Un interessante contributo, quello di Domus, per dare ancora ragione al Maestro, che amava ripetere: ‘Si dovrà venire qui, a Città di Castello, se si vorranno vedere i miei lavori!’ – precisa il sindaco Luciano Bacchetta, il quale sottolinea “l’importanza di questi continui contributi in ambito nazionale ed internazionale, che esperti, critici d’arte, rappresentanti di importanti fondazioni ed enti culturali, continuano a riservare all’opera e al genio del maestro Burri dando al contempo grande lustro alla città e immagine del territorio. Tutto questo, ne sono convinto proseguirà ancora dopo la significativa tappa del 12 marzo prossimo, data simbolo dell’inaugurazione del Terzo Museo della Grafica, che lascerà un segno indelebile, come peraltro le manifestazioni ed eventi legati al centenario della nascita, nella storia artistica, culturale e sociale della nostra città”.
Domus è una storica rivista di architettura e design, fondata nel 1928 dall’architetto Gio Ponti, straordinaria e poliedrica figura della cultura italiana del ‘900. Egli la diresse fino alla sua morte, eccetto che nel periodo 1941-1948 in cui fu direttore di Stile. Domus rappresenterà il fulcro del dibatto culturale dell’architettura e del design italiani nel secondo dopoguerra. Nata come organo divulgativo legato allo stile per la casa e l’arredamento, la rivista ha progressivamente ampliato la sua prospettiva verso l’architettura, le arti applicate, il disegno industriale, l’arte, l’urbanistica, la grafica editoriale e pubblicitaria, la comunicazione digitale, sempre cercando un profilo e una collocazione internazionale.