“Tuu…Tuu…Tuu…”. Questo il dolce suono del telefono “libero”, tornato finalmente da meno di 24 ore in tutte le cornette di Santa Maria di Burano, frazione di Gubbio che da oltre tre settimane era rimasta tagliata fuori dal mondo a causa delle linee telefoniche disattivate.
Da ieri (17 novembre), dopo un disservizio iniziato addirittura a fine ottobre, i 300 abitanti sono potuti tornare a fare e ricevere telefonate dai propri apparecchi fissi, per la gioia dei residenti più anziani ma anche delle attività e agriturismi della zona, prima costretti a parlare con i clienti tramite social.
“Una situazione ripetutasi più volte nel corso degli anni ma mai così a lungo” – raccontano i locali, che si sono affidati anche ad un avvocato per intraprendere un’eventuale azione legale contro il gestore (riuscito a ripristinare le linee solo ieri). Non è escluso, però, che il rappresentante degli abitanti possa avanzare una richiesta di risarcimento per l’enorme disservizio subito alla comunità in queste tre settimane. Va ricordato che qui è pure difficile, se non impossibile, connettersi anche alla rete mobile.
Ma dopo aver vinto questa battaglia, grazie soprattutto alla loro tenacia, gli abitanti della frazione vogliono ora spostare l’attenzione – perfino con una petizione – su un altro grande problema della zona: la strada provinciale Sp 208, quella che porta proprio a Santa Maria di Burano.
L’arteria, gestita dalla provincia di Perugia, è un tratto di strada che collega due regioni e 3 Comuni “ed è – dicono i residenti – uno degli esempi più vergognosi di come gli enti pubblici e i loro amministratori non si curino minimamente degli interssi dei propri concittadini. Manto stradale completamente dissestato, asfalto in alcuni punti ormai inesistente, intere carreggiate spazzate via dalle frane e rimaste “in bilico” per anni, il cui unico intervento è stato l’affissione di un cartello di pericolo”.
“Anche se sono zone a bassa densità abitativa, – si legge nella petizione – chi le vive ha bisgono degli stessi bisogni e servizi di tutti. Non esistono cittadini di serie A e B”.