Quattro anni di reclusione ciascuno per l’ex direttore generale del Comune di Spoleto Angelo Cerquiglini e per l’ex funzionario comunale Amedeo Santini, un anno e sei mesi (pena sospesa) per la dipendente Brunella Brunelli. Sono le condanne emesse venerdì dal giudice del tribunale di Spoleto in merito alla nota vicenda del buco di bilancio.
Assolti invece gli altri due imputati: l’ex dirigente Antonella Quondam Girolamo e l’ex dipendente (da tempo in pensione) Francesco Duranti.
Si conclude quindi con tre condanne pesanti il processo penale in primo grado per la nota vicenda del buco di bilancio di Spoleto, che venne portato alla luce nel 2013 dagli allora consiglieri comunali di opposizione guidati dal compianto Fabrizio Cardarelli.
Gli imputati erano accusati di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico. In particolare erano stati accusati, a vario titolo, di aver redatto e firmato documentazioni contabili false in materia di recupero dell’Ici e della tassa sui rifiuti, di modo che in bilancio potessero essere inseriti dei crediti in realtà inesistenti o che comunque non avevano un titolo giuridico su cui essere fondati. Lo stesso Cerquiglini (che arrivò in Comune scelto dall’ex sindaco Massimo Brunini) aveva parzialmente ammesso l’operato illegittimo in consiglio comunale nel 2013. Tanto che venne poi “declassato” dall’allora sindaco Daniele Benedetti fino al 2015 quando è approdato come dirigente alla Regione Umbria (recentemente è andato in pensione).
Alcune contestazioni, tuttavia, sono venute meno per Cerquiglini e Brunelli per intervenuta prescrizione. Mentre per altri capi d’imputazione gli imputati sono stati assolti. Sia Cerquiglini che Santini sono stati però anche condannati all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, nonché interdetti per la stessa durata della pena principale dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.
Cerquiglini, Santini e Brunelli sono stati condannati poi al pagamento (oltre che delle spese legali) di una provvisionale in totale di 100mila euro nei confronti del Comune di Spoleto, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Lorenzo Tizi. In particolare 80mila euro dovranno essere risarciti in solido da Cerquiglini e Santini; 20mila invece da tutti e tre i condannati. Il risarcimento del danno nei confronti del Comune di Spoleto (all’epoca il disavanzo venne calcolato in oltre 9 milioni di euro), comunque, dovrà essere liquidato in sede civile.
I difensori degli imputati condannati, comunque, hanno già annunciato che presenteranno ricorso in appello contro la sentenza di primo grado.
La sentenza penale arriva dopo che oltre un anno fa la Corte dei conti aveva assolto tutti gli indagati nel procedimento parallelo. Sotto la lente della magistratura contabile, però, non erano finiti solo i tecnici ma anche l’allora sindaco Daniele Benedetti e l’ex assessore al bilancio Paolo Proietti.
La Corte dei conti aveva ritenuto – sia in primo che in secondo grado – l’insussistenza del presunto danno che sarebbe stato cagionato alle casse comunali dall’operato di politici e dipendenti dell’ente.