La Corte dei Conti ha definitivamente assolto i 10 spoletini che a vario titolo erano stati chiamati a rispondere dalla Procura regionale dell’Umbria di danno all’erario per quello che è stato ribattezzato come il ‘buco di bilancio’ del Comune di Spoleto.
La Prima Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello ha infatti confermato la sentenza di primo grado che aveva respinto le richieste della procura nei confronti dei 10 amministratori e funzionari del Municipio.
Buco bilancio Spoleto, impugnata la sentenza di assoluzione | Difese pronte a dare battaglia
Nella fattispecie il Collegio presieduto dal Giudice Enrico Torri (e da Giuseppina Mignemi Consigliere relatore e dai Consiglieri Elena Tomassini, Rossella Cassanetti e Luca Fario) ha respinto l’azione che la Procura umbra aveva promosso avverso la sentenza di assoluzione per il fronte dei riaccertamenti dell’ICI (2,8 milioni di euro il presunto danno). A giorni dovrebbe quindi arrivare il giudizio sul fronte della Tarsu, che secondo gli inquirenti avrebbe cagionato un danno di circa 4,4 milioni di euro.
Finisce quindi l’incubo, in attesa del secondo giudizio che a questo punto sembra favorevole, per l’ex Sindaco di Spoleto Daniele Benedetti (difeso dall’avvocato Alessandro Formica), per l’ex assessore al bilancio Paolo Proietti (avvocato Simone Budelli), per gli ex dirigenti Angelo Cerquiglini e Antonella Quondam Girolamo (assistiti rispettivamente dagli avvocati Lietta Calzoni e Mauro Minci) e per i funzionari Francesco Duranti (avvocato Alessandro Longo), Lucia Santoni e Lorena Frezza (avvocato Leonardo Donnola), Amedeo Santini (Valeriano Tascini) e Sonia Minni (avvocato Massimo Marcucci).
La sentenza assolve in pieno amministratori e pubblici dipendenti tanto che, scorrendo il dispositivo, si legge che circa la sussistenza del danno “…va evidenziato che sia la citazione che l’atto di appello sono connotati da prospettazioni fortemente contraddittorie sia con riferimento al concetto di danno, sia al conseguente parametro di quantificazione, sia, ancora, con riferimento all’impianto probatorio”. E ancora, “con l’atto di appello, nel tentativo di confutare la sentenza di 1° grado, l’organo requirente reitera, aggravandola, la confusione prospettica”.
Per il collegio giudicante non è stata dimostrata la prova del danno arrecato alla pubblica amministrazione: “non è stato compiutamente dedotto, nè provato” si legge ancora “che le condotte contestate abbiano determinato un danno da ‘disservizio’, nè che l’asserito disavanzo abbia determinato una violazione del Patto di stabilità”.
Sarà il Comune di Spoleto a farsi carico delle spese legali. Se quelle delle due sentenze di primo grado ammontavano a poco più di 100mila euro, il giudizio emesso in queste ore vede l’ente pubblico a dover rifondere le spese legali per un ammontare di circa 50mila.
Brindano all’esito del giudizio le difese dei 10 che intravedono un successo anche per l’altro filone dell’indagine (quella appunto sulla Tarsu che si sarebbe basata sugli stessi criteri). “Siamo contenti dell’esito del procedimento” dichiara a Tuttoggi l’avvocato Alessandro Formica che tutelava l’ex primo cittadino Benedetti “viene confermata la prima sentenza che aveva già acclarato come il sindaco Daniele Benedetti sia stato oggetto di una ingiustizia sostanziale”. “Felice per questo definitivo pronunciamento che tiene conto di quanto già deciso dai giudici umbri” commenta l’avvocato Massimo Marcucci del foro di Spoleto “gli elementi probatori della Procura sin dall’inizio facevano comprendere la difficoltà di poter sostenere una simile e grave accusa”.