Perugia

Buche, toppe e cartelli come funghi: fioccano le richieste danni | Ecco quando sono possibili

Via Cortonese, Ponte San Giovanni, Fonti Coperte, San Sisto, Via San Prospero, strada del Borghetto, via Pinturicchio… E’ lungo l’elenco delle strade di Perugia che, con le ultime piogge, sembrano ancora più “bombardate” di come non si presentino solitamente. E una volta tanto, zone a ridosso del centro e frazioni non fanno eccezione: le buche sono ovunque. Alcune sono diventate voragini, in questi giorni.

Ne fanno le spese gli automobilisti, che lasciano sull’altare delle buche borchie, pneumatici, cerchioni. Ma anche qualche ciclista è finito per caderci dentro, con conseguenze che potevano essere ben più pericolose.

E con le buche e le segnalazioni, spuntano come funghi i cartelli del comune, che segnalano il pericolo o, in alcuni casi, dettano l’andatura a 30 km/h. Un modo per evitare rischi e attenuare le richieste di risarcimento. Ma i cartelli non bastano a segnalare tutti i tratti di strada dissestati. Anche quelli dove l’asfalto è stato rinnovato di recente. Pure in giornate di maltempo, come aveva fatto notare qualcuno manifestando perplessità sulla qualità dei lavori così eseguiti.

Le richieste di risarcimento: quando sono possibili

Diverso dal bitume steso in queste ore, qua e là, per cercare di tappare le buche più profonde. Anche per evitare una pioggia di contenziosi con gli automobilisti intenzionati a chiedere di essere risarciti per il danno subito. Per questo, hanno documentato il danno subito e la buca che l’ha provocato. Anche se in questi casi è meglio far constatare il sinistro da parte della polizia locale o delle forze dell’ordine.

Perché la strada del risarcimento, come quella mal bitumata, è impervia. Perché è vero che l’Ente proprietario della strada deve curare la sua manutenzione, ma il danno non deve essere attribuibile ad una condotta imprudente da parte dell’automobilista. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 7887/2018 stabilisce in particolare che “se l’evento lesivo è provocato da “una buca poco profonda, di modeste dimensioni, tale da poter essere evitata prestando una semplice attenzione nel camminare, l’insidia stradale è da ritenersi esclusa”.

Altro aspetto è quello della visibilità: nel caso in cui una buca o la strada dissestata siano segnalate da cartelli stradali, difficile che il danno sia imputabile all’Ente. Insomma, perché l’utente sia risarcito, occorre che il pericolo (la buca in questo caso) non si prevedibile, né evitale.

Ma prima ancora dei danni materiali, il problema è garantire la sicurezza. Da parte dell’Ente, attraverso la manutenzione della strada. E da parte dei conducenti dei mezzi, che in condizioni di pericoloso deve usare ancora più cautela.