Prima denigrato e indicato come uno dei responsabili del buco di bilancio del comune di Spoleto. Poi ‘utile’ a scopi elettorali, con un assessore, Vincenza Campagnani, scelto non a caso tra i candidati della sua lista. Ora ‘portavoce’ dell’amministrazione in Regione grazia ai suoi buoni uffici. Massimo Brunini torna prepotentemente al centro della scena politica spoletina dopo che il PD, in una infuocata conferenza stampa, ha reso nota la sua partecipazione ad un tavolo regionale sulla programmazione europea insieme all’assessore Campagnani e al dirigente CUT Frontalini. Ma lui, l’ex ‘leader maximo’, non ci sta ad essere definito un “collaboratore della nuova maggioranza” (le parole di Dante Andrea Rossi). Piuttosto uno che, semplicemente, “da una mano alla città”. Ecco, in una lettera inviata alle redazioni, le sue ragioni.
“Leggo con stupore le dichiarazioni alla stampa rese dai rappresentanti del Pd e prendo atto del fatto che il partito locale non perde occasione per chiamarmi in causa: per chiamare in causa il periodo in cui ho amministrato, per chiamare in causa quello che faccio attualmente, per chiamare in causa tutte quelle proposte che ora come cittadino e come persona che in questi anni ha costruito buone relazioni istituzionali può portare alla città. Leggo che “Brunini fa parte di questa o quella squadra..” e a scanso di equivoci voglio precisare subito una cosa: il sottoscritto dà una mano alla città come ha sempre fatto; come ho fatto nei 10 anni da sindaco, come ho fatto quando guidavo la Comunità Montana, come sto facendo ora con l’attuale amministrazione, come ho cercato di fare con la precedente amministrazione, peraltro avviata in continuità con la mia gestione di governo e disattesa completamente (tant’è che i risultati li abbiamo visti tutti).
Oggi non nascondo che c’è una maggiore disponibilità da parte dell’attuale maggioranza a cogliere positivamente i suggerimenti che propongo, che sono suggerimenti che riguardano la città. Siamo in una situazione di forte crisi e di fronte alla presenza di fondi europei consistenti (circa 2 miliardi di euro per agricoltura, innovazione, città smart, tutte cose che tra l’altro si coniugano molto bene con la città e le innovazioni che abbiamo avviato quando ero sindaco) la città deve assolutamente muoversi.
Per questo ritengo utile, dopo cinque anni di vuoto, che qualcuno porti avanti quelle cose che sono interesse della città, non di una squadra. Il mio impegno è rivolto in questa direzione e anzi faccio appello all’amministrazione comunale a coinvolgere tutte le forze possibili (economiche, sociali…), perché la città ha bisogno di un grande sussulto, di una grande collaborazione con altri, ha bisogno di ricercare risorse e non lamentarsi che le risorse non ci sono mai. Ricercare risorse, questo è il tema. Nel caso specifico, parliamo delle risorse europee che ci sono, mentre quelle che Spoleto ha perso negli ultimi cinque anni (per l’Anfiteatro, Rocca, lavori pubblici etc) vanno riconquistate. Quindi il mio impegno è mirato a questo.
Io credo che si tratti di ciò che tutti i cittadini dotati di senso civico, soprattutto in fasi come queste e ognuno per quello che può (in termini di capacità, sensibilità, passione, voglia), dovrebbero dare, mettere in campo perché la loro comunità possa ritrovare slancio. Perseverare nell’opera di divisione, di contrapposizione di un gruppo contro un altro gruppo, gettare veleni così come si tenta di fare in ogni circostanza, è molto grave e credo che non porti alcun vantaggio a una città che ha bisogno di unità.
Ci sono grandi temi da inquadrare e affrontare seriamente: la riforma istituzionale, innanzitutto, e tutto ciò che ne consegue, con il ruolo che la città sarà chiamata ad avere in un futuro che si avvicina. Penso al tema dell’area della Flaminia, per cui andrebbe rivisto un riequilibrio delle aree senza perseverare con quelle esistenti, soprattutto oggi che abbiamo due aree provinciali, che la riorganizzazione della Asl è andata in questa direzione, che le procure andranno una parte con Firenze l’altra con Roma. Bisogna pensare al ruolo futuro della ferrovia Orte-Falconara, altro tema per cui ho fatto di recente un incontro con Regione e attuale amministrazione. Sono solo alcuni esempi, ma parliamo di fatti, non di chiacchiere.
Il mio impegno è su tutti questi temi, che vanno affrontati con grande attenzione. Non mi pare che in questo periodo il Pd o la passata amministrazione abbiano avuto un’attenzione verso le questioni reali della città. Piuttosto sono sempre stati sollevati temi di antagonismo, che sicuramente non favoriscono lo sviluppo e la crescita. Sarebbe bene che il Pd nell’interesse della città, di Spoleto, dell’Umbria, affrontasse di volta in volta i temi concreti e sapendo che sono difficili da affrontare coinvolgesse il massimo delle competenze, intelligenze, sensibilità. Questo è l’obiettivo di una politica che guarda al futuro e che dovrebbe interessare soprattutto i giovani.
La gravità è che oggi abbiamo problemi mostruosamente grandi e le tematiche vanno affrontate adeguatamente. Bisogna ad esempio prepararci alle macroregioni che il riordino istituzionale porterà fra qualche anno: l’Umbria che farà? Che ruolo avranno Spoleto, Foligno e Terni? Ci sarà un’Umbria prima e un’Umbria seconda? La città di Spoleto può contribuire a questo tipo di dibattito? Un confronto corposo, articolato su questi temi avrebbe senso, più che mettersi a litigare come ladri di polli.
Occorre alzare il tiro, guardare le cose per quello che sono, non inseguirle quando succedono ma essere capaci di prefigurare un percorso diverso, puntando sempre al meglio. All’amministrazione comunale dico le cose che penso, non è che mi illudo che facciano quello che dico io! Però io intanto gli consegno il mio contributo di idee e loro sono quantomeno sensibili ad ascoltare. Poi non lo fanno? Non si potrà certo dire che non abbia avanzato proposte per la città. Ho tante idee e continuo a lavorarci nell’interesse di Spoleto. Se verranno recepite bene, altrimenti sarò comunque in pace con la mia coscienza di persona che ama questa città. Ognuno dovrebbe impegnarsi sui contenuti: non basta essere giovani all’anagrafe, servono idee fresche, capacità di proposta e anche capacità di fare opposizione. Ma su temi seri.
A margine di tutte queste considerazioni, non nascondo che dal Pd locale mi sarei aspettato una valutazione approfondita sull’esito elettorale e un’analisi sulla gestione interna che, a quanto si dice in città, sembrerebbe essere in grande sofferenza, sia finanziaria che organizzativa. Si parla anche dell’allontanamento dell’unica dipendente e di una situazione finanziaria molto pesante. Se tutto ciò rispondesse al vero mi verrebbe da pensare che i problemi di cattiva gestione amministrativa degli ultimi 5 anni possano aver contagiato anche quella del partito locale. Interrogativi che mi pongo perché avendo determinato e partecipato attivamente e con convinzione al processo di costruzione del Partito Democratico, vedere oggi una città priva di una presenza politica così importante mi rattrista sinceramente”.