La sindaca Ferdinandi e l’assessore Vossi gelano i comitati e quanti, nell’incontro pubblico che si è tenuto martedì sera a San Sisto, speravano in uno stop del Brt, il Metrobus progettato e fatto finanziare col Pnrr dall’amministrazione Romizi.
“Venticinque milioni di euro di penali l’amministrazione comunale non se li può permettere” ha ammesso la sindaca. “Almeno 25 milioni, che sono riferiti solo al capitale, più i contenziosi con le aziende” ha precisato l’assessore alla Mobilità, che in questi giorni ha vagliato i contratti di appalto e il capitolato siglato con il gruppo temporaneo di imprese e il consorzio a cui sono stati assegnati i lavori.
Questi i conti emersi in caso di un “no”: 9 milioni 860mila euro se il Comune recede dal contratto per interesse pubblico, procedura tra l’altro complessa. A cui si devono aggiungere i danni per la mancata prosecuzione e per i bus già acquistati. Un costo calcolato in almeno 25 milioni di euro, che farebbe tra l’altro accendere i riflettori della Corte dei conti per danno erariale. Oltre ai numerosi contenziosi che si aprirebbero con le imprese coinvolte. “Sarebbe un dissesto clamoroso” ha detto l’assessore Vossi. Che ha aggiunto: “Ci batteremo per trovare soluzioni laddove ci fosse uno spiraglio”. Questo il massimo della concessione alla gente che ha iniziato a rumoreggiare. Mettendo però nel mirino la dirigente che sindaca e assessore avevano portato con loro per fornire risposte tecniche. E che, da parte sua, ha risposto alle domande e provato a confutare alcune obiezioni al progetto, suscitando però reazioni poco convinte, quanto non apertamente ostili.
Gli alberi? Non c’è equilibrio tra quelli abbattuti e quelli reimpiantati, ha ammesso. Confermando però che il Ministero ha dato l’assenso ad una riprogettazione del percorso in via Chiusi.
I tempi di percorrenza? Non quelli che circolano. In pratica, ha detto la dirigente, saranno gli stessi di quelli dei bus attuali. Considerando anche che al momento da Castel del Piano a Fontivegge i bus non passano all’interno della zona industriale di Sant’Andrea delle Fratte, come previsto per il Brt.
I costi? La Regione riconoscerà un rimborso inferiore rispetto alle attuali linee del trasporto pubblico urbano perché i costi di gestione del Brt saranno inferiori. Invitando però a distinguere tra fondi del Pnrr per la progettazione e la realizzazione, che sono a carico dello Stato italiano per la parte che dovrà restituire all’Unione Europea, ed i costi di gestione, che ovviamente saranno comunali, anche attraverso i trasferimenti regionali.
Risposte che non hanno convinto la gente, tanto che la sindaca è dovuta intervenire per evitare il “linciaggio della dirigente”.
A quel punto, però, alcuni hanno ricordato quanto aveva prospettato la stessa Ferdinandi in campagna elettorale. Chiedendo ora il coraggio di arrivare a uno stop. Ma il massimo della concessione che la sindaca, carte alla mano, si sente di poter fare è di prendersi una settimana per valutare il progetto con una commissione. Anche se, ha riconosciuto, su quei numeri dietro c’è un lavoro tecnico.
“Io – ha chiarito Ferdinandi – non credo in questo progetto. Però, signori, purtroppo siamo chiamati ad una scelta che è questa”. Con il Brt “ereditato” che, ha promesso, sarà inserito in un progettualità per rivedere il complessivo sistema di trasporto e della mobilità. “Almeno – ha riconosciuto – il Brt è elettrico”.