Sabato 19 agosto a Nocera Umbra alle ore 17.30 presso Palazzo Camilli, la associazione culturale L’Arengo presenta il volume “Sempre dalla stessa parte” di Mario Bravi, editore il Formichiere. Oltre all’autore interverranno il professor Renato Covino, docente di Storia Contemporanea all’Università di Perugia e Elisabetta Masciarri, segretaria generale della FILLEA CGIL del’Umbria.
Secondo il prof.Covino: ”Non è solo un libro di memorie di un militante sindacale e politico, che ormai da decenni svolge la sua attività nella CGIL dell’Umbria, ma il racconto di una esperienza umana e familiare che indirizza le scelte dell’autore , che ne segna le vicende personali. Essere sempre dalla stessa parte è essere in primo luogo fedele alle proprie origini: il nonno emigrante negli Stati Uniti, tornato in Italia nel 1920, dove compra un podere, tornando a fare il contadino. Il padre costretto anche lui ad emigrare in Belgio e in Lussemburgo, dove va a lavorare nelle miniere di carbone, uno dei tanti esempi della politica del governo italiano ”uomini in cambio di carbone” e dove resta sino al 1969“.
“La scelta di Mario Bravi – prosegue Covino – è per alcuni aspetti obbligata, deriva dal suo DNA. Al racconto della propria storia, nell’ultima parte del volume, si aggiungono considerazioni sull’Italia e sull’Umbria, che cercano di spiegare gli attuali limiti del movimento sindacale, della sinistra nel suo complesso e la disgregazione della società definita più volte, sulle orme di Bauman, società liquida. Belle le pagine dedicate all’emigrazione, all’esperienza di bambino in un paese straniero, il ritorno in Italia e la scoperta della politica, a scuola prima e poi nel suo paese, Nocera, dove diviene segretario della FGCI e successivamente della sezione del PCI.Infine dal 1979 l’impegno nel sindacato fino a divenire segretario regionale della CGIL e affrontare, senza appoggi e senza reti, la candidatura nel 2015, nelle liste del PD, la non elezione e l’uscita dal partito. Ma “sempre dalla stessa parte” è anche l’amara constatazione, che pur non essendo estremista e massimalista, pur rimanendo ancorato alle linee ufficiali del sindacato, malgrado l’adesione al migliorismo di Lama e alle politiche di concertazione, non rinnegando nulla del suo passato, si trovi ad essere un eterodosso, critico nei confronti dello stato presente delle cose. Quasi per eterogenesi dei fini.”