“Basta con la svalorizzazione del lavoro”. In occasione dell’imminente Festa del Lavoro e della partecipazione alle relative manifestazioni, Mario Bravi, candidato Pd al Consiglio regionale, interviene sulla questione occupazionale con i dati umbri. “Si esce dalla crisi – afferma– se si mette in campo un’azione politica che contrasta la svalorizzazione del lavoro, che va avanti dall’inizio della crisi”.
Crisi che, per Bravi, in Umbria è resa evidente da tre dati in particolare: “Per prima cosa – prosegue – come sottolinea Ires Cgil, in Umbria il reddito da lavoro è pari al 91,6% (fatto 100 il reddito medio nazionale). I salari umbri, dunque, sono l’8,4% più bassi rispetto alla media nazionale. Il che dimostra che mantenere bassi o abbassare i redditi percepiti dai lavoratori non ha impedito il dilagare della crisi. Secondo, l’osservatorio nazionale sugli incidenti sul lavoro ha registrato, da gennaio ad aprile 2015, cinque incidenti mortali sul luogo di lavoro, in Umbria. Un dato preoccupante riguardo la sicurezza e la tutela del lavoratore. Infine, sui 900 mila abitanti, in Umbria ci sono 166 mila persone che vivono in condizione di disagio rispetto al lavoro. Questo numero è dato dalla somma di 44 mila disoccupati, più 13 mila cassintegrati in deroga che da tempo non percepiscono nulla, cui si aggiungono 23 mila ‘neet’, giovani scoraggiati che non studiano e non cercano lavoro. Oltre a questi, ci sono poi 86 mila persone che lavorano con contratti caratterizzati da estrema precarietà”. Per il candidato Pd, “questi dati impongono che finisca la svalorizzazione del lavoro. L’Umbria deve dare un contributo per cambiare le politiche economiche nazionali ed europee. Basta con le politiche di austerità, rimettiamo al centro il lavoro. Il primo maggio è l’occasione giusta per ripartire dall’occupazione”.