Braccata al cinghiale in centro città a Perugia, le associazioni animaliste diffidano il sindaco.
Animal Liberation Perugia, Avi Vegani Internazionale Umbria, LAC Umbria e Lav Perugia diffidano il sindaco, chiedendo di ritirare l’ordinanza contingibile e urgente n. 482 del 03/06/2021 con cui Romizi autorizza per la mattinata di domenica 6 giugno la caccia in braccata e l’abbattimento dei cinghiali nell’area del fosso di Santa Margherita, a ridosso del centro storico di Perugia, ad opera di 15 cacciatori, con cani da cinghiale, già designati da tempo da Regione Umbria e ATC Perugia 1.
La diffida delle associazioni Umbre LAC Umbria, Avi Vegani Internazionale Umbria, Perugia Animal Save, Animal Liberation Perugia e Lav Perugia è stata indirizzata anche a tutti gli Enti ai quali è stata inviata per opportuna conoscenza dal Comune di Perugia l’ordinanza in questione, per consentire all’Amministrazione comunale di poter ritirare tale provvedimento in regime di autotutela come previsto dalla legge.
Le associazioni chiedono che al posto degli abbattimenti previsti dall’ordinanza siano utilizzate “tutte le ben note misure non cruente per l’allontanamento degli animali ed a protezione della pubblica viabilità”.
Le Associazioni ritengono, come si legge nel testo inviato a mezzo pec della diffida “che l’ordinanza, sia stata disposta in violazione di legge e che la sua esecuzione comporti addirittura oggettivi e prevedibili rischi per la cittadinanza: persone, animali, cose“.
Le operazioni autorizzate con ordinanza sindacale urgente potranno infatti creare – a loro giudizio – situazioni di pericolo invece di eliminare un rischio attuale e grave, “che non risulta sia stato verificato né viene dichiarato nell’ordinanza, nella quale si fa riferimento generico solo ad attività di contenimento per evitare il riprodursi degli animali”.
E’ particolarmente grave per gli scriventi che nella stessa ordinanza venga dichiarato apertamente: “Le azioni vengano interrotte immediatamente in caso di situazioni particolari che possano mettere a rischio la sicurezza degli operatori o di terze persone;”
Presentando la diffida le associazioni hanno quindi chiesto formalmente al sindaco di Perugia di ritirare con effetto immediato l’ordinanza che, qualora dovesse invece trovare esecuzione, “porterebbe inevitabilmente ad una formale denuncia alle autorità competenti”.
Perugia 04/06/2021