(Car. Cer.) – Mattinata grigia per i sindacati della Banca Popolare di Spoleto che dopo la notizia dell’inchiesta giudiziaria che vede coinvolte ben 34 persone (per più di due terzi si tratta di management ed ex board – clicca qui) avevano chiesto e ottenuto un incontro urgente con i Commissari che da marzo scorso gestiscono in amministrazione straordinaria l’istituto di piazza Pianciani. All’appuntamento hanno trovato il commissario Giovanni Boccolini che ha tracciato il lavoro svolto in questi tre mesi e quello che dovrà ancora essere fatto per risanare la Popolare. La notizia, a sentire il sindacato, è che il ‘solo’ taglio dei costi operativi e di struttura non è ancora sufficiente e pertanto, se si vuol raggiungere quegli indicatori rispettati da altre banche, bisognerà a malincuore mettere mano sul personale. Ai 15 pensionamenti di questi ultimi mesi – agevolati da bonus economici pari ad una annualità e che hanno consentito la stabilizzazione di 23 impiegati – potrebbero aggiungersi nei prossimi mesi 50 esuberi. Il condizionale è d’obbligo perché la cifra esatta la si avrà quando sarà chiaro anche cosa permetterà il “fondo di accompagnamento alla pensione”, istituto che prevede sacrifici economici da parte di chi rimarrà in servizio.
La riorganizzazione aziendale, a quanto trapela, riguarderà il Servizio controllo e gestione qualità del credito, i controlli interni e la ristrutturazione della rete commerciale.
Qualche sindacalista ha quindi chiesto se i commissari intendono prendere provvedimenti nei confronti di quanti sono finiti nell’inchiesta della Procura della repubblica di Spoleto che, avviata già nel 2009, ha portato giovedì scorso ai 34 avvisi di conclusione indagini, atto generalmente propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Sul punto Boccolini ha confermato che sono in corso le verifiche interne e che al momento non si pensa ad alcun provvedimento nel rispetto del principio di garanzia che si deve ad ogni indagato. Anche se, stando a quanto trapelava oggi pomeriggio da piazza Pianciani, sembra che i commissari starebbero per congelare le ‘autonomie deliberative’ in capo ai funzionari finiti al centro della bufera giudiziaria.
© Riproduzione riservata