Come da copione (e secondo i tempi e le modalità da noi anticipate ) i Consigli di amministrazione di Banco di Desio e della Brianza Spa e di Banca Popolare di Spoleto Spa hanno dato il via libera al progetto di fusione per incorporazione di Bps in Banco Desio. Una fusione che a Desio contano di rendere operativa entro la fine di giugno. Tanto più che ora non c’è più neanche l’impiccio dei ricorsi degli ex amministratori contro gli effetti del commissariamento che aveva portato alla vendita della storica banca spoletina, dopo la recente sentenza del Tar del Lazio.
Un approdo scontato, dopo l’acquisizione dell’istituto spoletino a seguito del suo commissariamento. Con i manager del gruppo Banco Desio (a guidare l’operazione è Tommaso Cartone, che a questo punto diventa l’ultimo presidente della Banca Popolare di Spoleto) che scelgono in questa prima fase di lasciare in Umbria il marchio Bps per non disorientare la clientela.
“La fusione – si legge nella nota congiunta dei due Cda – si propone di completare l’integrazione operativa e aziendale da tempo in atto tra la capogruppo e Bps, consentendo di realizzare importanti benefici in termini di sinergie di costo e di ricavo nonché di semplificazione e complessiva razionalizzazione della struttura organizzativa del Gruppo Banco Desio, con riferimento, tra l’altro, alle aree del credito, delle funzioni commerciali, del marketing e dei canali distributivi“.
Quanto al marchio Bps, i presidenti dei due Cda scrivono: “La fusione, inoltre, pone le premesse per la ridefinizione della strategia di presidio territoriale del Gruppo Banco Desio attraverso la razionalizzazione della rete commerciale, con l’obiettivo, da un lato,di salvaguardare la valorizzazione del marchio ‘Banca Popolare di Spoleto’ con particolare riferimento al territorio d’elezione della regione Umbria e, dall’altro, di assicurare l’armonizzazione dei servizi e del portafoglio di prodotti offerti alla clientela, per effetto, tra l’altro, del rafforzamento dei presidi centralizzati in materia commerciale nonché di politica e gestione della filiera creditizia“.
Spoleto perde ovviamente la Direzione generale, anche se a Palazzo Pianciani saranno al momento mantenute alcune funzioni di gestione e controllo. Senza perdere posti di lavoro o costringere a trasferimenti, secondo quanto comunicato una ventina di giorni fa in video conferenza dai due responsabili del personale. “La fusione – si legge a questo proposito nella nota – sarà attuata in modo da salvaguardare il valore e le competenze di tutte le professionalità dislocate sul territorio, mantenendo in Spoleto una struttura di sede ‘distaccata’ per servizi a favore di tutto il Gruppo Banco Desio e, allo stesso tempo, assicurare l’efficiente riorganizzazione delle strutture in coerenza con la nuova realtà derivante dalla fusione“.
Che questo sarebbe stato l’epilogo si era compreso da tempo. Vista anche la mancata riammissione del titolo Bps in Borsa, inizialmente prospettata. Con gli azionisti (in gran parte umbri, molti dei quali dipendenti dell’Istituto) che hanno iniziato a guardare al male minore. E più che al cuore, pensano ormai al portafoglio. Azioni della Popolare a cui i Cda di Banco Desio e della stessa Bps prospettano, attraverso questa fusione, di poter “partecipare direttamente al più ampio progetto industriale e di valorizzazione del Gruppo Banco Desio, beneficiando al contempo della liquidabilità delle azioni Banco Desio, tenuto conto del fatto che le azioni Bps non sono più quotate a seguito della sospensione a tempo indeterminato dalle negoziazioni sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana S.p.A. con provvedimento di Borsa Italiana S.p.A. del 19 settembre 2013 e del successivo provvedimento della medesima Borsa Italiana con cui il 25 settembre 2017 è stata disposta la revoca dalla quotazione a far data dal 3 ottobre 2017″.
E soprattutto, viene fissato il valore delle azioni: “I Consigli di Amministrazione della Capogruppo e di Banca Popolare di Spoleto sono pervenuti, sulla base delle indicazioni ricevute dai rispettivi consulenti finanziari indipendenti, alla determinazione del rapporto di cambio nella misura di n. 1 azione ordinaria di Banco Desio ogni n. 5 azioni ordinarie di Banca Popolare di Spoleto (il “Rapporto di Cambio”). Al servizio del concambio, la Capogruppo delibererà un aumento di capitale sociale per massimi nominali euro 2.987.819,64, mediante emissione di massime n. 5.745.807 azioni ordinarie, godimento regolare, con indicazione del valore nominale pari a euro 0,52, da assegnare agli azionisti di Bps sulla base del Rapporto di Cambio. Le azioni ordinarie di Banco Desio rivenienti dall’aumento di capitale e assegnate in concambio agli azionisti di Bps saranno ammesse alle negoziazioni sull’Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana S.p.A“.
Il progetto di fusione sarà ora depositato presso il Registro delle Imprese in Lombardia e in Umbria, ai fini della relativa iscrizione, subordinatamente al rilascio da parte della Banca d’Italia del necessario provvedimento autorizzativo. A Desio è già pronta l’istanza che verrà sottoposta a Palazzo Koch volta ad ottenere l’autorizzazione al perfezionamento della fusione.
Ottenuto il via libera dalla Banca d’Italia ed approvata la relazione sulla congruità del rapporto di cambio, il progetto di fusione sarà sottoposto all’esame e all’approvazione delle Assemblee straordinarie di Banco Desio e di Banca Popolare di Spoleto, la cui convocazione è prevista entro maggio 2019. Gli effetti della fusione a fini civilistici decorreranno dalla data indicata nell’atto di fusione, “che, allo stato – si legge nella nota – si prevede potrà venir stipulato entro la fine del primo semestre del 2019“. Tutto entro luglio, appunto, come già prospettato informalmente ai sindacati.
Ai fini contabili e fiscali, le operazioni di Bps saranno imputate al bilancio della capogruppo già a decorrere dall’1 gennaio 2019.
“Il Comitato per le Operazioni con Soggetti Collegati di Banca Popolare di Spoleto – rilevano i due Cda – è stato coinvolto nella fase di istruttoria della fusione attraverso, tra l’altro, la ricezione di adeguati flussi informativi e, anche sulla base del supporto del proprio advisor a tal fine nominato, all’unanimità ha espresso il proprio parere favorevole circa l’interesse di Bps e dei suoi azionisti al compimento della fusione nonché in merito alla convenienza e correttezza sostanziale delle condizioni di cui al progetto di fusione”.
Bps predisporrà un documento informativo sull’operazione, che sarà messo a disposizione della clientela “nei tempi e con le modalità previste dalla normativa anche regolamentare vigente“.
Questa la comunicazione data da Stefano Lado, presidente d iBanco Desio e della Brianza Spa, e da Tommaso Cartone, vice presidente della stessa Banco Desio ed ultimo presidente della Banca Popolare di Spoleto Spa.