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bpop spoleto, per fcariterni il giorno della verità / Clitumnus e l’incontro coi comitati

Redazione

bpop spoleto, per fcariterni il giorno della verità / Clitumnus e l’incontro coi comitati

Mer, 13/11/2013 - 23:02

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Fondazione CariTerni deciderà domani pomeriggio, giovedì, se entrare o meno nella cordata Clitumnus che tenta la scalata della Spoleto, la Popolare commissariata a febbraio scorso e sul cui assetto ci sono i riflettori accesi di Banco Desio e Brianza e della Popolare Vicenza.
Ieri intanto si è tenuto presso l’albergo Clitunno, mai più nome fu più indicato, l’incontro organizzato da Bruno Urbani, uno degli imprenditori che aderisce alla cordata umbro-laziale, e dal suo consulente Francesco Macrì. A differenza di quanto si era saputo, l’invito è stato rivolto, oltre che al comitato dei soci presieduto dall’avvocato Massimo Marcucci, al comitato fondato dai sindacati (sigh) di Fabi, Cisl, Dircredito e Ugl. Fuori dunque le altre sigle, a cominciare da Cgil e Uil. Difficile comprendere la scelta di non allargare il tavolo alle ‘vere’ parti sociali, ovvero al sindacato. Comunque il confronto non ha prodotto, a detta dei presenti, spunti di rilievo. Se si fa eccezione delle battute ironiche di qualche sindacalista all’indirizzo di Tuttoggi.info.
I soci fondatori di Clitumnus torneranno a incontrarsi venerdì prossimo per mettere a punto l’offerta definitiva, che attende di conoscere la decisione che prenderà il board del presidente Fornaci di Fondazione CariT.
A Terni – L’istituzione ternana è al centro di un vero e proprio scontro fra quanti vorrebbero entrare in Clitumnus e quanti invece rigettano la proposta. Fra questi ultimi c’è anche Andrea Liberati, presidente di Italia Nostra, associazione socia della Fondazione, che ha emesso una lunga nota circa l’opportunità di non aderire all’azionariato di Bps. Leggiamo: “Sul progetto Clitumnus, cordata regionale volta ad acquisire la maggioranza della Banca Popolare di Spoleto, oggi commissariata dalla Banca d’Italia, abbiamo posto alla Fondazione Carit alcuni seri motivi di riflessione cui non è stata fornita pubblica risposta. Nessuna replica
sul dubbio fondamentale, relativo alla conformità di tale operazione alla legge: non pochi osservatori attestano il contrasto tra la possibile partecipazione a consimili piani da parte delle Fondazioni bancarie rispetto a quanto previsto dal D. Lgs. 153/99. A questi enti sarebbe precisamente interdetto l'esercizio di funzioni creditizie, dirette o meno. Il governatore della Banca d’Italia, intervenendo all’Abi nel luglio scorso e poi in seguito, avverte che “Il divieto di controllo, previsto dalla legge, va pienamente rispettato, se necessario ridefinendolo in modo da includere situazioni in cui esso viene esercitato di fatto o congiuntamente con altri azionisti”.
Come ci si pone dinanzi alle parole del governatore, considerando che Fondazione Carit, unitamente ad altri azionisti, aderendo all’operazione Clitumnus, otterrebbe infine la maggioranza e, dunque, il controllo di BPS, eludendo, pare, lo spirito della legge? E’ certa poi la Fondazione Carit di poter mantenere il beneficio della qualifica di ente non commerciale, se seguisse il progetto di banca regionale? E’ sicuro il Consiglio di amministrazione che la tassazione non sarebbe più gravosa per l’ente? Come gestire il rischio d’impresa che la Fondazione si assume, sottoscrivendo il capitale BPS? Come fronteggiare il rischio giudiziario che potrebbe ulteriormente prodursi dalla cooperativa SCS?
Come valuta la Fondazione il naufragio di contigue ‘banche del territorio’ quali Banca delle Marche e Tercas, parimenti in amministrazione straordinaria della Banca d’Italia? Cosa pensa la Fondazione del ruolo delle sue omologhe, anche in seno al Monte Paschi di Siena? E’ la Fondazione consapevole che, qualora l’acquisto di BPS procedesse, il Ministero dell’Economia, organo di vigilanza dell’ente, potrebbe poi imporre la rivendita delle quote che comportano il controllo, pur indiretto, di BPS, senza escludere il caso di scuola del commissariamento, in caso di inottemperanza? Il problema di una governance della Fondazione autenticamente indipendente e competente si pone soprattutto nei confronti delle ‘banche del territorio’, che, proprio per la possibile fioritura di amicalità, devono essere massimamente sottratte all’influenza politica, come si ricava anche dalla ratio e dalla lettera della legge. Infatti l’orgoglio – tutto politico – dell’ ‘avere una banca’ cozza pure con le nuove linee guida cui aderisce Fondazione Carit. Il governatore Bankitalia, nel corso del citato intervento all’ABI, ha ricordato, non a caso, che “La Carta adottata dall’ACRI (associazione Fondazioni bancarie e Casse di risparmio, nda) nel 2012 raccomanda trasparenza nei criteri e nei processi di nomina degli organi delle Fondazioni, stabilendo discontinuità temporale e incompatibilità con precedenti incarichi politici.” L’art. 7 della suddetta Carta ACRI è inequivocabile: “Al fine di salvaguardare la propria indipendenza ed evitare conflitti di interesse, la partecipazione agli organi delle Fondazioni è incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica (elettiva o amministrativa). Le Fondazioni individuano le modalità ritenute più idonee per evitare l’insorgere di situazioni di conflitto di interessi, anche ulteriori rispetto alle predette fattispecie. Le Fondazioni individuano inoltre opportune misure atte a determinare una discontinuità temporale tra incarico politico svolto e nomina all’interno di uno dei loro organi”. Italia Nostra intende far rispettare pienamente questi indirizzi a beneficio della più ampia autonomia della Fondazione. Per questo la nostra organizzazione, staturiamente riconosciuta quale socia dell’ente, invierà una missiva ufficiale all’attenzione del Cda, del Comitato di indirizzo, del collegio sindacale e, per conoscenza, al Ministero dell’Economia e all’Acri, al fine di valutare con urgenza lo stato di applicazione dei nuovi orientamenti, nonché gli eventuali profili che contrastino con gli impegni assunti in sede Acri onde prevenire future anomalie e superare le antinomie certamente già esistenti”.

(Carlo Ceraso)
© Riproduzione riservata

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