Entra nel vivo la Convenzione, firmata a fine 2018, tra l’Associazione “I Borghi più Belli d’Italia in Umbria” e Confartigianato Imprese Umbria. Presso gli uffici regionali Confartigianato di via Sangallo a Foligno, i Presidenti dei due enti Antonio Luna e Mauro Franceschini hanno siglato il documento applicativo, riguardante il piano di lavoro 2019-2020, con la ripartizione e la temporizzazione dei compiti.
Se l’obiettivo generale della Convenzione era la “tutela del patrimonio culturale immateriale delle piccole comunità regionali”, il via ai lavori ha riguardato, dall’anno corrente, la specificità dell’artigianato regionale, affrontato su un duplice ambito: la salvaguardia identitaria dei saperi e delle sue potenzialità e la valorizzazione turistico-produttiva delle eccellenze presenti.
“Questo secondo documento, siglato tra le parti, – spiega Luna – riguarda uno strutturato programma di lavoro, che si articola in più fasi consequenziali, di cui le prime tre saranno da completare entro la prossima primavera, mentre le restanti entro il 2020. Riteniamo di aver attivato un progetto originale e lungimirante che porteremo avanti congiuntamente, per contrastare il rischio abbandono delle residenzialità e delle attività economiche nei Borghi umbri”.
I primi impegni presi dai due Presidenti, nel perseguimento dei traguardi primaverili, sono:
“All’interno di un progetto più ampio che vede coinvolti diversi settori votati alla ripresa economica dei borghi – aggiunge Franceschini – abbiamo posto un focus sul grande patrimonio costituito dalle attività artigianali umbre, eccellenti sia nella proposta di antichi mestieri che di nuove vie, con il fine di radicarne o incentivarne la presenza nei centri storici dei piccoli comuni”.
Ripristinando infatti la funzione artistico-sociale e soprattutto produttiva di tale importante settore, si vuole far incontrare il concetto storico di “bottega”, quello sviluppato di “fabbrica”, quello moderno di “atelier”, in una proposta unitaria, frutto di diverse e riuscite esperienze regionali. Per ognuno di essi è stato infatti individuato, tra i Borghi umbri, un modello da applicare migliorandolo:
“Non si tratta solo – conclude Luna – di semplici attività di recupero dell’artigianato umbro, prima che scompaia questa miniera di biodiversità. Si punta piuttosto a regionalizzare i modelli esistenti adottando le nuove leve di produzione e promozione del Terzo millennio, favorendo il recupero di stile, design e ingegno locale, in grado però di sposarsi con professionalità italiane e straniere che accettino la sfida di venire a produrre, in modalità ITC e 4.0 nei Borghi Umbri”.
In definitiva la necessità è duplice: l’artigianato dei Borghi umbri, noto per ceramiche, ferro battuto, manufatti, tessile ma anche per l’utilizzo di materiali specifici come pietra rosa, legno pregiato etc, deve veder trasferita per tempo la competenza dagli ultimi artigiani storici rimasti a nuove leve da formare, prima di vederlo perduto per sempre. Eppure la sua salvaguardia potrebbe non bastare, senza accostare modernità e tradizione, contaminazione tra culture e creatività per il rilancio di un settore che può riprendere a trovare spazio e mercato nel mondo.