Lesioni personali aggravate, maltrattamenti, stalking. E’ l’incubo che tra il 2006 e il 2010 avrebbe vissuto una donna spoletina sulla cinquantina, presunta vittima dell’ossessiva gelosia del suo compagno e convivente, originario di Roma e di qualche anno più anziano di lei. Violenze inaudite quelle raccontate dai fascicoli processuali, a cui la donna per anni, nonostante le pause di “riflessione” nella relazione, non sarebbe stata in grado di sottrarsi.
3 volte in ospedale – Più volte la poveretta è dovuta ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso di Spoleto. Nel 2006, per esempio, l’uomo l’avrebbe picchiata con un attizzatoio per il fuoco dopo averla sorpresa in compagnia di un amico, causandole ferite che richiesero una prognosi di due settimane. Tre anni dopo invece la “protagonista” sarebbe stata la cinghia di una cintura. Anche in questo caso la signora fu costretta a recarsi in ospedale per curare le lesioni e le escoriazioni riportate. La gelosia e la violenza dell’uomo non si sarebbero placate nemmeno dopo la fine della relazione. Era il 2010 quando, stando alle carte, avrebbe raggiunto l’ex compagna a casa della madre picchiandola con calci e pugni, prima di sfogare la sua rabbia contro gli arredi e le suppellettili.
20 sms in un notte – E quando la violenza si placava, a far vivere giorni tormentati alla donna c’era lo stalking. Pedinamenti, appostamenti nei luoghi abitualmente frequentati, telefonate minatorie ed sms, anche 20 in una sola notte. Questo almeno è quanto raccontano i fascicoli processuali. Tornati in aula ieri dopo un primo rinvio nel 2012, il processo ha subito un ulteriore slittamento. La prima udienza si terrà infatti il prossimo 25 novembre di fronte al giudice Augusto Fornaci, che ascolterà i primi tre testimoni. Il giudice Laudenzi, titolare fino ad ora del fascicolo, ha comunque sospeso i termini di prescrizione dei reati.
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