Maltrattamenti, ingiurie e minacce. Per questi capi d’imputazione uno spoletino 63enne (all’epoca dei fatti aveva 56 anni) è stato condannato oggi a tre anni reclusione dal giudice Roberto Laudenzi. Vittima dei reati fu la ex convivente dell’uomo, una donna di origini straniere con cui convisse oltre 10 anni in un paesino del comprensorio. Una convivenza ben presto diventata un incubo per la poveretta, che avrebbe dovuto sopportare di tutto dal compagno. Stando ai fascicoli processuali lui la picchiava continuamente, spesso di fronte alla figlia minorenne, e ancor più di frequente la insultava, a volte con epiteti razzisti. La donna avrebbe vissuto sotto costanti minacce, anche di morte. In una occasione in particolare, il compagno avrebbe minacciato di sgozzarla qualora non fosse andata via di casa.
Quella di porre fine alla convivenza sarebbe stata una decisione dell’uomo, maturata nel luglio del 2007, quando impedì alla compagna di rientrare in casa dopo che questa si era recata per qualche giorno fuori regione a trovare la figlia primogenita, avuta dal precedente compagno. Una decisione che indusse la donna, assistita dall’avvocato Massimo Brizzi del foro di Perugia, a sporgere denuncia e a raccontare tutti gli episodi di cui sarebbe stata vittima fino a quel giorno.
Ieri è arrivata la condanna in primo grado, superiore rispetto alle richieste del Pubblico Ministero Fernanda Cherubini (2 anni di reclusione). Il risarcimento di 100mila euro chiesto dalla signora, costituita parte civile, verrà discusso in separata sede, ma il giudice le ha comunque riconosciuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro. L’imputato, assistito dall’avvocato Sante Gradassi del foro di Spoleto, è stato invece assolto dal reato di minaccia, ma solo in relazione ad un episodio specifico.
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