Un viaggio emozionante all’interno dell’azienda Urbani Tartufi di Sant’Anatolia di Narco e delle storie di alcuni dipendenti: questo ha consentito di fare la trasmissione “Boss in incognito” condotta da Max Giusti andata in onda in prima serata su Rai 2 lunedì 11 marzo (qui il video). Con il direttore generale Andrea Pascolini che è stato ‘trasformato’ con naso, denti e capelli finti in un lavoratore in prova – Sandrino – per venire affiancato da alcuni dipendenti in vari settori produttivi. I proprietari dell’azienda – la presidente del Gruppo Urbani, Olga, e l’amministratore delegato, suo cugino Giammarco, – sarebbero stati troppo riconoscibili, anche se pure il camuffamento di “Sandrino” è stato in realtà scoperto da alcuni.
Sotto l’occhio delle telecamere della produzione – ai lavoratori era stato detto che si stava girando “Job Stories”, una trasmissione che racconta il mondo del lavoro – sono stati immortalati i vari step dell’attività di Urbani Tartufi, dalla cavatura, alla pulizia, dal confezionamento dei prodotti alla spedizione. Con un occhio anche sull’Accademia Urbani e la cucina a base di tartufo, in questo caso con Max Giusti che si è finto “Antonio” con un abile camuffamento.
Nel corso di “Boss in incognito”, dunque, sono state raccontate le storie di Vania, Antonella, Andrea, Manolita e Maria Chiara. Il direttore generale Pascolini – ma anche i titolari attraverso le telecamere della trasmissione – hanno potuto così scoprire l’attaccamento al lavoro dei dipendenti, ma anche alcune pecche nel loro lavoro e nella supervisione di “Sandrino”. Soprattutto, però, è stato un ‘viaggio’ dentro storie, sogni e sensazioni non sempre noti. Come nel caso di Antonella, che si è sempre sentita trasparente agli occhi dei vertici dell’azienda. O Manolita, che durante questa esperienza pensava che sarebbe stata licenziata ed ha avuto una reazione inaspettata. Una trasmissione che lunedì sera è stata seguita ‘live’ presso l’azienda, con un maxischermo, alla presenza di lavoratori e proprietà, una vera e propria festa insieme a suggellare il senso di famiglia che si respira all’interno della Urbani Tartufi e che è ben trapelato durante il docu-reality.
Tutti insieme, dunque, hanno ripercorso i giorni registrati qualche mese fa, con “Sandrino” affiancato prima a Vania nella produzione di olio al tartufo, quindi ad Antonella nell’etichettatura per la spedizione all’estero, poi ad Andrea per la cerca del tartufo e la produzione di salse ed infine a Maria Chiara per la corretta selezione e pulizia del Nero pregiato. Nel mentre, Manolita deve insegnare ad Antonio (Max Giusti camuffato) la cucina a base di tartufo, dalla pasta alla stracciata, finendo con il tiramisù. Il tutto sotto l’occhio vigile e commosso di Olga Urbani, come lei stessa aveva rivelato a Tuttoggi.info prima della messa in onda di “Boss in incognito”. “Ho versato fiumi di lacrime – aveva spiegato – nel sentire parlare le operaie di noi, senza che loro sapessero, perché ti rendi conto che tante cose non le percepisci. Questa trasmissione mi ha fatto conoscere un lato che non vedevo, anche di me stessa, mi ha dato tanto”.
L’azienda ha poi aiutato i dipendenti più in difficoltà a realizzare alcuni loro sogni, oltre a concedere a ciascuno dei benefit economici che potranno utilizzare come meglio credono. E’ così che Vania potrà volare fino a Bangkok insieme alle sue due figlie, oltre a cambiare settore produttivo quando lo vorrà, ma soprattutto le sarà organizzata una mostra personale ad aprile allo Spazio Arte Valcasana di Scheggino. Antonella, invece, ha potuto festeggiare i 38 anni di matrimonio con suo marito – che da diverso tempo è affetto da sclerosi – in un ristorante stellato, ma soprattutto potrà fare un viaggio con lui ed i figli, oltre a ricevere un “buono felicità” per lei, che si sente di avere in realtà tutto e a cui solitamente basta passeggiare nella natura per ‘ricaricare le pile’.
Toccante la storia di Andrea, che appena ventenne ha subìto la perdita del padre per poi essere lasciato un paio di anni dopo dalla madre da solo a crescere le sue sorelle e suo fratello e che nel periodo del Covid è stato ricoverato per 3 mesi in ospedale a Spoleto. “Per me è come un figlio” ha spiegato Olga Urbani, con l’azienda che gli ha donato una femmina di alpaca per la sua fattoria, gestita insieme alla compagna Giada, e 100 piante per avviare la tartuficoltura.
Manolita, invece, arrivata nel 1995 in Italia con un gommone dall’Albania, vedrà a luglio coronarsi il suo sogno di raggiungere la sede di New York di Urbani Tartufi per partecipare ad uno show cooking con Michele Casadei, testimonial chef di Urbani negli Usa. Infine, Maria Chiara potrà partecipare ad una masterclass con Ernst Knamm a Milano e dare sfogo alla sua passione per la pasticceria.