Perugia

Bori (Pd): “Sono indagato e ne vado fiero”

Anche io sono indagato. E ne posso andare fiero“. Così l’ex consigliere comunale del Pd, Tommaso Bori, ha annunciato pubblicamente di essere indagato dalla Procura perugina a seguito di una denuncia nei suoi confronti presentata da un esponente di estrema destra.

Non tutti gli indagati sono uguali: in un periodo in cui in Umbria, per ovvi motivi, se ne parla molto vorrei dire che anche io sono indagato. E ne posso andare fiero” è la premessa (evidentemente riferita al caso Sanitopoli che ha scosso il Pd umbro). Che poi spiega la sua storia, iniziata quando, durante il suo mandato di consigliere nella passata legislatura, ha scoperto che Forza Nuova e Casa Pound riempivano la città con affissioni abusive “in cui propagandavano messaggi d’odio” e che, come da comunicazione del sindaco Romizi, per questo avevano ricevuto 37 multe dalla municipale, non pagate. In alcuni casi, poi, erano state fatte anche segnalazioni all’autorità penale per il contenuto dei manifesti.

“Mi sembrava paradossale – attacca Bori – che chi propugnava a gran voce il rispetto della legge e dell’ordine fosse il primo a violare le elementari norme di convivenza civile e, in più, a non pagare nemmeno le sanzioni elevate a norma di legge“.

Ma un esponente della destra estrema ha denunciato l’ex consigliere comunale. Che ha deciso di rendere pubblica la vicenda. “Perché l’intimidazione – scrive – non passa soltanto per la violenza fisica, ma anche dall’impedire a chi ha idee diverse di poter esercitare il proprio ruolo oppure dal censurare le informazioni scomode tramite la minaccia di denunce e querele che, comportando notevoli spese legali a chi ha soltanto svolto il proprio ruolo, scoraggiano l’attività di denuncia politica. Scopriranno che con me questi metodi non funzionano“.