Le caratteristiche della variante Omicron e la protezione dei vaccini stanno riducendo i casi gravi di malattia tra gli umbri infettati dal Covid. Ma i grandi numeri dei contagi (martedì oltre 2.700 in un giorno, con i positivi che hanno superato quota 11 mila) fanno anche alzare i livelli delle ospedalizzazioni, che martedì erano a 112 (di cui 8 in terapia intensiva). E secondo quanto evidenziato nelle precedenti ondate, con le ospedalizzazioni che aumentano 10-15 giorni dopo l’impennata dei contagi, nelle prossime settimane anche la sanità umbra sembra destinata a tornare nella piena emergenza.
“Stiamo recuperando ulteriori posti letto Covid” ha comunicato la governatrice Tesei sollecitata dalle opposizioni nell’ultima seduta del Consiglio regionale dedicata al bilancio.
E nelle ultime ore si sono tenute numerose riunioni per elaborare un piano graduale di recupero dei posti letto da destinare ai pazienti Covid. Perché da una parte c’è necessità di fare in fretta, ma dall’altra in questo modo si tolgono reparti e personale alle cure delle altre malattie.
Gli ulteriori posti letto per i pazienti Covid attivati negli ospedali di Foligno e Città di Castello (qui 8 per le degenze ordinarie e 6 semi intensive) si stanno già esaurendo. Se ne prevede quindi l’attivazione di altri 30. Tra i due ospedali, quindi, si dovrebbe raggiungere il numero di circa 60 posti letto destinati ai pazienti Covid. Attualmente ne risultano ricoverati 14 a Città di Castello e 10 a Foligno, ma i numeri sono in continuo aggiornamento.
Proprio per recuperare personale sanitario da inviare a Città di Castello, a Umbertide ridotti i posti della Rsa, medicina e chirurgia. Con queste ultime che, nel caso la situazione si aggravi, saranno temporaneamente chiuse.
La Asl 1 ha comunicato intanto che dal 29 dicembre al 10 gennaio 2022 il Pronto Soccorso dell’ospedale di Umbertide sarà aperto dalle ore 8 alle ore 20. Dalle 20 alle 8 resterà comunque attiva la postazione medicalizzata di 118 che garantirà tutte le prestazioni dovute, comprese quelle che comportano un eventuale trasferimento presso i presidi ospedalieri di riferimento. Resta attivo anche il servizio di guardia medica.
Chiuse anche le chirurgie di Castiglione del Lago e Assisi, proprio a seguito del trasferimento in mobilità d’urgenza di 13 infermieri e 8 operatori socio-sanitari a Città di Castello. “Scelta irresponsabile” tuona la capogruppo del Pd in Regione, Simona Meloni.
A Spoleto l’ospedale – che nell’ultima ondata era stato destinato quasi interamente ai pazienti Covid – si prepara ad attivare, all’occorrenza, fino 30 posti letto per coloro che sono stati contagiati dal virus. Ma al momento l’attivazione non sarebbe richiesta dalla situazione.
A Pantalla, dopo una riunione operativa che si è tenuta martedì mattina, nella stessa serata al personale ospedaliero è stata comunicata la chiusura del pronto soccorso. Resterà operativo solo con ambulanze a Pantalla, con le due postazioni di Todi e Marsciano.
Dal 2 gennaio sarà chiusura medicina, per ricavare 25 posti letto Covid. Per ora dovrebbero essere mantenuti la riabilitazione e la week surgery, ma molto dipenderà dall’andamento delle ospedalizzazioni dei pazienti Covid.
Si è parlato anche di destinare pazienti Covid a Branca, che nella prima emergenza fu inizialmente individuato come Covid Hospital, salvo poi optare per Pantalla, a cui successivamente si era aggiunto l’ospedale di Spoleto.
Martedì riunione anche per decidere la situazione dell’ospedale di Perugia, dove attualmente ci sono 50 pazienti Covid (di cui 3 in terapia intensiva). Si procederà quindi alla riconversione del reparto di pneumatologia.
Chiuso l’Obi del pronto soccorso per recuperare personale e attivare 6 posti letto per la degenza nell’ospedale da campo, allestito nel parcheggio del Santa Maria della Misericordia. “E’ pronto, sarà attivato in caso di emergenza” ha detto Tesei replicando alle accuse delle opposizioni.
Nel Ternano al momento i pazienti Covid vengono tutti destinati al Santa Maria del capoluogo di provincia, dove sono ricoverati 38 pazienti, di cui 5 in terapia intensiva.
L’Umbria si trova ad affrontare questa nuova ondata del Covid con meno personale rispetto alla prima. Tra pensionamenti e personale assunto altrove. Ed è questo il principale problema, più ancora delle strutture, che sono state potenziate in questi mesi, anche con l’attivazione delle terapie intensive aggiuntive finanziate dal Governo col cosiddetto Piano Arcuri a Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello.
I contratti a tempo determinato, ha comunicato la governatrice, saranno intanto prorogati fino al 28 febbraio, in attesa delle risorse destinate con la legge di bilancio. Ma diversi operatori sono andati altrove, nelle regioni dove hanno trovato una stabilizzazione o comunque contratti a più lunga scadenza.
Negli ospedali umbri, proprio martedì, è stato anche comunicato che il personale che lavorerà anche con i pazienti Covid non avrà indennità di malattie infettive. E questo ha ovviamente aumentato i malumori tra il personale, provato da due anno di emergenza sanitaria.
La nuova ondata Covid, con l’aumento delle ospedalizzazioni, ovviamente influirà negativamente sul piano che era stato predisposto per recuperare, entro la metà del 2022, gran parte delle prestazioni rinviate e accorciare le liste d’attesa.
Intanto, si sta procedendo alla formazione di una cinquantina di persone per il tracciamento dei contatti dei positivi, praticamente saltato dopo l’impennata dei contagi. La Regione ha chiesto l’aiuto dei Comuni, attraverso l’attivazione dei Coc.