L’affaire bonus Inps si allarga a macchia d’olio e, dopo il caso dei parlamentari, coinvolge anche la politica locale, inclusa quella umbra.
Stando a fonti giornalistiche il drappello dei beneficiari del bonus Inps ne conterebbe circa duemila tra presidenti di regione, sindaci, assessori e consiglieri regionali e comunali.
Certo con gli opportuni distinguo, almeno per gli enti come i Comuni dove indennità e gettoni di presenza variano a seconda delle dimensioni dell’ente, ovvero degli abitanti. Ma anche, per chi percepisce il gettone, sulla quantità di riunioni partecipate.
In Umbria, come nel resto del Bel Paese, c’è molto fermento con le opposizioni che fanno sentire la propria voce alla ricerca degli eventuali furbetti.
Richiedere (e ricevere) il bonus è più che legittimo, resta però la questione morale per chi percepisce indennità per migliaia di euro. Marcare un limite tra quanto sia amorale e quanto no, non è difficile.
Per qualcuno i politici di ogni classe non avrebbero dovuto beneficiare del bonus, altri sostengono che sopra 2mila euro la questione sia moralmente rilevante.
Nelle ultime ore si sono rincorse, fomentate dalla minoranza, molte voci sul Presidente del Consiglio comunale, Sandro Cretoni (Lega) che a Tuttoggi ha confermato di aver richiesto il bonus Inps, quale co-titolare di una società che gestisce il noto bar-gelateria Garibaldi, e di aver percepito finora il solo mese di marzo scorso.
“Non capisco dove sia la notizia” dice al telefono “ma non ho nulla da nascondere; come presidente del consiglio comunale percepisco 1.029 euro nette per più di venti giorni di lavoro al mese in Municipio.
Non si può dire certo che posso vivere di politica, senza considerare che anche durante il lockdown e quindi con l’attività chiusa ho dovuto versare più di 300 euro al mese di contributi. Mi sembra che siamo ben lontani dagli emolumenti di parlamentari e consiglieri regionali” conclude Cretoni.
Nessun problema dovrebbe esserci per la Giunta De Augustinis (il sindaco e l’assessore Urbani hanno da tempo rinunciato alle rispettive indennità per riversarle nelle casse comunali) dal momento che la metà degli assessori sono pensionati, l’altra metà composta da professionisti che al massimo avranno richiesto il bonus alle rispettive casse professionali.
Voci di richieste di bonus circolano anche nei confronti degli amministratori della città di Terni, tanto che il Partito democratico è tornato già due volte negli ultimi tre giorni sulla vicenda chiedendo una smentita alla governance.
“Secondo alcune indiscrezioni” hanno scritto ad inizio settimana i consiglieri Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis “alcuni amministratori risulterebbero richiedenti del bonus Inps. Chiediamo pertanto al sindaco, alla giunta e al Presidente del consiglio comunale una rapida smentita per evitare che si getti discredito sull’ente, atteso che queste indiscrezioni stanno circolando insistentemente in città”.
Ad oggi però da Palazzo Spada nessuna conferma o smentita.
“Un silenzio grave, se si considera che la giunta Latini di soli stipendi costa ai contribuenti oltre mezzo milione di euro l’anno, inclusi i rimborsi ai datori di lavoro e gli oneri previdenziali. Una cifra enorme che non trova riscontro nella vita del Comune di Terni. Sarebbe gravissimo che chi percepisce almeno tre mila euro al mese per arrivare anche a 5 mila euro avesse sommato il bonus previsto per i lavoratori realmente in difficoltà» hanno aggiunto nelle ultime ore Filipponi e De Angelis.
E’ la norma a fissare gli emolumenti: un sindaco ad esempio può arrivare a percepire massimo 7.800 euro mensili lordi se guida una città superiore a mezzo milione di abitanti.
Fermandoci alla realtà umbra gli emolumenti previsti sono di € 1.291,14 lordi per un comune fino a 1.000 abitanti,€ 1.446,08 (fino a 3.000 ab.), € 2.169,12 (fino a 5.000), € 2.788,87 (fino a 10.000), € 3.098,74 (fino a 30.000), € 3.460,26 (fino a 50.000), € 4.131.66 (fino a 100.000) e € 5.009,63 da 100.001 a 250.000 abitanti (il caso di Perugia e Terni).
Presidenti del consiglio (di comuni superiori a 15mila abitanti) e assessori prendono una percentuale ridotta rispetto all’emolumento del sindaco pari all’incirca al 50% in meno.
Partono da pochi euro (lordi) fino ad un massimo di € 103,29 i gettoni di presenza previsti per i consiglieri comunali: € 17,04 (fino a 1.000 ab.), € 18,08 (fino a 10.000), € 22,21 (fino a 30mila, € 36,15 (fino a 250mila) e € 59,39 da 100.001 a 250mila abitanti. .
Va decisamente meglio in Regione: la Governatrice Tesei percepisce una indennità mensile lorda pari a 12.450 euro (il tetto massimo previsto dalla Conferenza delle Regioni del 2012 è fissato in € 13.800), poco meno gli assessori.
Non va male neanche per i 20 consiglieri regionali la cui indennità può oscillare tra € 10.125 lordi al mese se non risiedono nel capoluogo (€ 9.925 se residenti) e € 12.250 in caso ricoprano tutti i ruoli come capogruppo e portavoce.
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