Presso il passo della Paglia, nel corso del 2012, a seguito dei lavori presso la riva sinistra del fiume Topino ad opera del Consorzio Bonificazione Umbra, è riemersa un’opera di sistemazione degli argini. Nota con il nome di “sistema a passonate” e documentata sin dal Seicento, essa aveva lo scopo di proteggere i corsi d’acqua dalle frane e dall’erosione degli argini, al fine di evitare l’interrimento dell’alveo.
L’opera rinvenuta trova un preciso confronto in un disegno di progetto, datato 1691, e pubblicato nel 1985 da Francesco Guarino (Acque fluviali e bonifica nella pianura di Foligno durante il XVIII secolo. Aspetti istituzionali, amministrativi, tecnici, Foligno 1985).
Il sistema è formato da tre file di pali (passoni) di legno conficcati nel letto del fiume: i pali sono disposti a poca distanza l’uno dall’altro e su di essi sono incastrati degli spessi tavoloni di legno (le cosiddette catene) con fori quadrangolari e terminazioni, in qualche caso, a coda di rondine. Tra i pali sono ancora visibili i resti delle frasche, che venivano intrecciate per dare maggiore solidità e fungere da contenimento. Il sistema era poi rinforzato da altre catene di tavoloni, posti nel senso della profondità; l’opera così realizzata veniva completata mediante il riempimento con terra pressata.
Come è noto il Topino, nell’antichità, arrivava a lambire le mura di Bevagna, fin quando, agli inizi del Seicento, venne deviato ed immesso nell’alveo che ancora oggi lo contiene.
Le opere di sistemazione appena menzionate debbono quindi essere datate a partire da tale epoca, così come confermato dalle analisi al Carbonio 14 eseguite dal geologo Roberto Colacicchi. Il sistema era ancora adottato nel XX secolo almeno fino al 1964, anno a cui risalgono alcune foto d’archivio.
Nei giorni scorsi fra il Comune di Bevagna, il Consorzio della Bonificazione Umbra, la Soprintendenza ai beni architettonici (presente l’arch. Finauri) e l’archeologa Maria Romana Picuti, è stato fatto un sopralluogo per valutare e condividere azioni rivolte alla salvaguardia di questi storici manufatti idraulici.
Tutti i presenti hanno concordato di procedere alla documentazione della vecchia opera di consolidamento per realizzare dei pannelli illustrativi, richiedere poi le necessarie autorizzazioni a Soprintendenza e Demanio per prelevare e conservare a scopo informativo e museale (espositivo), in uno dei tanti “luoghi d’acqua” del Comune di Bevagna, una o più componenti della “passonata”.
Il Consorzio si è reso disponibile a progettare e procedere alla salvaguardia del manufatto mediante apposito intervento di protezione e successiva copertura dei reperti emersi, sollecitando la Regione alla copertura delle risorse necessarie per le opere da eseguire per la ripresa delle erosioni lungo tutta l’asta interessata del Topino.
Sul punto il Consorzio ha informato che già ad inizio anno ha presentato in Regione un progetto preliminare per tale intervento.