Bombardieri “Senza il Mezzogiorno il Paese non riparte” - Tuttoggi.info

Bombardieri “Senza il Mezzogiorno il Paese non riparte”

ItalPress

Bombardieri “Senza il Mezzogiorno il Paese non riparte”

Gio, 17/09/2020 - 18:45

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ROMA (ITALPRESS) – “O questo Paese dà priorità dallo sviluppo del Mezzogiorno o non riparte”. Lo ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia di stampa Italpress.
“Nel paese, nel corso degli anni – ha spiegato il leader sindacale -, si è investito nel Nord e si è lasciato che nel Mezzogiorno misure di protezione sociale aumentassero in qualche caso a dismisura. Bisogna cambiare quel paradigma e capire che al Sud si deve investire. Bisognerebbe definire qual è l’idea di paese che abbiamo nei prossimi anni. Se non partiamo da qui, ed è quello che noi chiediamo al governo, sarà difficile raggiungere l’obiettivo. Sono calabrese, torno periodicamente e vivo le difficoltà, le contraddizioni, la disperazione ma anche la grande dignità e la voglia di riscatto del popolo meridionale. Dobbiamo lavorare sulla forza e la voglia che hanno i giovani di ripartire”.
Secondo il segretario generale della Uil, “l’ascensore sociale si è bloccato. Negli anni passati c’era la possibilità per molti giovani di crescere nella scala sociale del Paese. Negli ultimi tempi questo non avviene più perchè nel corso di questi anni la stratificazione e le differenze sociali sono aumentate. Abbiamo permesso, soprattutto nel Mezzogiorno, che tantissimi ragazzi si spostassero in giro per l’Europa – ha proseguito -. E’ stato scelto di non curare la formazione, la possibilità di crescere culturalmente e di creare grandi occasioni di sviluppo e di crescita per i ragazzi, che hanno tratto le conclusioni e si sono spostati”.
Per Bombardieri “c’è una necessità di collegamenti che oggi non ci sono. Oggi il lavoro, che avviene in maggior parte via Internet, ha bisogno di reti strutturate. Il mezzogiorno e alcune zone del nord Italia – ha spiegato – sono abbandonate. Secondo me, questi nodi strutturali dovremmo affrontarli con il Recovery plan. Non con 600 progetti ma scegliendo 3-4 asset strategici di questo paese e, sulla base di questo, di conseguenza scegliere i progetti”.
(ITALPRESS).

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