Il giorno dopo il blocco temporaneo di Astrazeneca deciso dall’Aifa (in attesa del pronunciamento dell’Ema chiesto da molti Paesi europei, tra cui l’Italia) in Umbria le vaccinazioni sono proseguito con le somministrazioni di Pfizer ultra 80enni.
Il commissario per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, spiega come, in attesa del pronunciamento su Astrazeneca, l’Umbria hanno aggiornato il piano vaccinale con le dosi di Pfizer e Moderna.
“In attesa delle indicazioni di Aifa e Ema – spiega D’Angelo – la Regione sta riorientando la campagna vaccinale con lo scopo di anticipare ad aprile la vaccinazione degli over 80 già prenotati a maggio. Questo passaggio è stato deciso per garantire un intervento di massa e implementare l’attività vaccinale anche in questa fase in cui la vaccinazione con Astrazeneca ha subito un arresto”.
Intanto la governatrice Tesei e l’assessore Coletto annunciano l’arrivo in Umbria delle ulteriori 16 mila dosi di vaccino Pfizer richieste nelle scorse settimana per pareggiare i minori invii rispetto alle altre regioni. Dosi in più che erano state chieste al commissario Arcuri e poi al neo commissario Figliuolo. E al ministro Speranza, al quale, anche in occasione della sua visita a Perugia, erano state chieste ulteriori 50 mila dosi (oltre alle 16 mila per mettersi al paro con le altre regioni) dato che l’Umbria è stata la prima ad aver dovuto affrontare la terza ondata, caratterizzata dalla massiccia presenza delle varianti.
“Ora rimaniamo in attesa anche dei 50mila vaccini che abbiamo richiesto e sollecitato più volte” commentano a questo proposito Tesei e Coletto.
Per la fascia di età tra 70 e 79 anni si spera di mettere presto in campo anche i medici di famiglia: “Abbiamo avviato un proficuo confronto con i medici di medicina generale – prosegue il commissario – per coinvolgerli nella vaccinazione dei cittadini di età compresa tra i 70 e 79 anni. I medici potranno inoltre valutare interventi vaccinali su una fascia importante della popolazione, come è appunto quella delle persone estremamente vulnerabili, che si sta procedendo ad individuare nominalmente, eleggibili alla vaccinazione con dosi di Moderna anche a domicilio, solo nei casi in cui queste persone non riescano a spostarsi dalla propria abitazione. Il 20 marzo – conclude D’Angelo – attendiamo una nuova consegna di vaccino Moderna”.
L’Umbria si prepara insomma a prescindere dalla disponibilità delle dosi Astrazeneca. Le autorità sanitarie, infatti, temono che anche in caso di via libera da parte di Aifa al vaccino anglo-svedese molte persone rifiutino comunque di farsi inoculare quel vaccino.
Certo, la decisione improvvisa con cui Aifa, a poche ore dalla nota in cui invece ribadiva la sicurezza del vaccino Astrazeneca, ne ha annunciato lunedì pomeriggio lo stop precauzionale su tutto il territorio nazionale ha contribuito a generare incertezza tra chi aveva già la prenotazione e chi ha già ricevuto la prima dose (circa 21 mila persone in Umbria, di cui 3700 dal lotto inizialmente bloccato dopo le indagini aperte in Sicilia).
Anche in Umbria, come nel resto d’Italia, le persone che erano in fila in attesa del vaccino dopo la comunicazione di Aifa sono state rimandate a casa.
Un lunedì caotico, in cui si sono registrate anche altre anomalie. Al punto vaccinale presso il palazzetto di Torgiano, nel tardo pomeriggio alcune delle persone che attendevano di farsi vaccinare (almeno tre) hanno raccontato di essere state dirottate a Ponte d’Oddi, a Perugia, dato che non c’erano più dosi disponibili. Ma in questo caso Astrazeneca non c’entra, poiché a Torgiano si stanno effettuando, come da iniziale programma, le vaccinazioni a soggetti fragili utilizzando il prodotto Pfizer.