Non è una mancata firma del commissario straordinario alla ricostruzione Piero Farabollini a bloccare la rimozione delle macerie del terremoto in Umbria, quanto atti mancanti da parte delle Regioni. E’ quanto dichiara lo stesso Farabollini dopo le polemiche di questi giorni legate, per quanto riguarda la Valnerina, alla mancata proroga del contratto con la Vus, scaduta a dicembre dopo la rimozione di 100mila tonnellate di macerie. Ma immediata è anche la replica della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, che rimanda le accuse al mittente.
“È comodo attribuire a questo Commissario ogni responsabilità comprese quelle sulla gestione dell’emergenza, leggi SAE e rimozione macerie. Non sono le mie firme che mancano, – rivela Farabollini in una nota – ma la consegna dei piani di gestione delle macerie di Umbria, Marche e Abruzzo che spettava ai Presidenti di Regione redigere come previsto dal DL 189/2016 che regola ogni attività post sisma”.
“I presidenti di Regione, che sono anche vice commissari, pensano che la struttura commissariale debba limitarsi ad essere un bancomat, ma sono loro che avevano la responsabilità di redigere il piano macerie per ‘individuare le risorse occorrenti e coordinare il complesso delle attività da porre in essere per la più celere rimozione delle macerie indicando i tempi di completamento degli interventi’ (art 28 comma b DL 189/2016)” dice Farabollini ricordando non solo che il Commissario gestisce soldi dei cittadini italiani con il dovere di vigilare sul loro utilizzo, ma che, d’intesa con il capo del Dipartimento di Protezione Civile, sono stati già liquidati 100 milioni di euro alle Regioni come anticipo con l’obbligo di fornire il piano di gestione per consentire alla struttura commissariale di espletare quanto di sua competenza sulle macerie.
“Il sisma del 2016 è stato epocale, ma la gestione delle macerie rischia di essere altrettanto catastrofica – aggiunge Farabollini – Ora che la Protezione Civile sta esaurendo i suoi compiti e le Regioni mostrano ancora una volta lentezze e inadempienze si cerca di nascondere precise responsabilità dietro accuse gratuite al Commissario. Un esempio? Invece del piano macerie più volte sollecitato all’Umbria ci è stata inviata una nota il 24 gennaio scorso (ad oltre due anni dalle scosse, ndr) dove l’Ufficio Speciale Regionale ha dichiarato, nero su bianco, di aver sottostimato di oltre il 50% le tonnellate da smaltire: alle prime 100.000 se ne sono aggiunte altre 53.000 salvo, testuale, ‘ulteriori demolizioni non ancora segnalate dai comuni dove sono ancora in corso i sopralluoghi’. Nelle Marche sono sotto gli occhi di tutti le polemiche e gli strascichi giudiziari della risoluzione del contratto con i gestori”.
Farabollini non chiede altro ad Umbria, Marche e Abruzzo che di essere messo in condizioni di operare secondo quanto previsto dalle norme e conclude citando ancora una volta il DL 189: “Fare presto e bene non è solo un dovere, ma rappresenta l’unica possibilità di recuperare le originarie matrici storico-culturali degli edifici crollati”.
Non tarda ad arrivare la replica della presidente Catiuscia Marini: “In questi due anni e mezzo non ho mai fatto polemiche inerenti le complessità gestionali e operative dell’emergenza e della ricostruzione post-sisma, privilegiando nell’interesse dei cittadini e delle nostre comunità la strada della leale collaborazione istituzionale, al fine di affrontare le tante e difficili situazioni che di volta in volta si sono presentate, provando a dare ai problemi concrete risposte e soluzioni. Per quanto mi riguarda – ha proseguito Marini – questa sarà la strada che perseguirò fino alla fine del mio mandato amministrativo, anche perché, se alla già complessa macchina burocratico-amministrativa, aggiungiamo pure la sterile polemica politica, ciò determinerebbe la fine di ogni ipotesi di ricostruzione, mentre il nostro compito – Governo, Regioni e Comuni – è quello di sostenere ed accelerare il percorso di ricostruzione in atto”.
“Anche per questo motivo – ha aggiunto la presidente – sono sorpresa che di fronte ad “un atto banale” come quello di autorizzare un secondo “step” per la raccolta delle macerie (autorizzazione passata dalla competenza del Dipartimento di Protezione Civile a quella del Commissario per la Ricostruzione), che in questi 2 anni abbiamo gestito in piena sintonia istituzionale, il Commissario Farabollini, la cui funzione è esclusivamente gestionale ed operativa, non trova di meglio che sollevare una insignificante polemica”.
“Tutti gli atti sono già a disposizione del Commissario e se vuole altre carte – prosegue – siamo pronti a fornirle. Sta di fatto che dal 1 gennaio di quest’anno abbiamo dovuto interrompere la raccolta della macerie a Norcia e in tutta la Valnerina, con la conseguente sospensione dell’attività dei cantieri in corso, compreso quello per la Basilica di San Benedetto a Norcia, per attendere decisioni commissariali e di cui nella mia veste di Vicecommissario ero già pronta da quella data a fornire. Spero quindi che nei prossimi giorni si possa tornare operativi”.
“Vorrei anche chiarire che i fondi della gestione commissariale – aggiunge – stanziati tra il 2016 e 2018 sono risorse per il territorio, per la ricostruzione e per tutte le attività operative – come deciso dal Parlamento – e pertanto non rappresentano una “gentile concessione” del Commissario Farabollini. Nei prossimi giorni inviterò il Commissario a prendere parte ad una riunione del Comitato istituzionale, insieme ai sindaci del cratere, cosa che non è stata possibile sin dal suo insediamento avvenuto lo scorso 4 ottobre, ormai cinque mesi fa. Insomma – conclude la presidente Marini -, il compito di tutti è fare di più e parlare di meno”.
(Nella foto il commissario straordinario Farabollini a Norcia con l’assessore comunale all’ambiente Boccanera)