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BLITZ FEMMINISTA IN AULA, PALLATE AI CONSIGLIERI (Video). PRESIDENTE SOSPENDE I LAVORI, E’ POLEMICA: AGLI OPERAI NON FU PERMESSO (COMMENTA)

(Carlo Ceraso – Carlo Vantaggioli) – Rievocazione o irruzione? Difficile interpretare il gesto, meglio, l’incursione di una venticinquina di donne che, mascherate come si conviene nel periodo carnascialesco, hanno interrotto i lavori del consiglio comunale prendendo a pallate (fortunatamente di polistirolo) i consiglieri e gli amministratori presenti in Aula.

Il blitz – poco dopo le 16 le femministe entrano in Aula ed è il pandemonio. La presidente del consiglio comunale, Patrizia Cristofori (Pd), sicuramente informata dell’iniziativa “recita” la parte di quella meravigliata, ma neanche ci prova a fermare le giocherellone. Anzi si spiccia pure a dar loro la parola. Più della metà del gruppo sono giovanissime, le altre signore di mezza età. Il microfono passa così dalle mani della massima autorità cittadina a quelle di Cristina Antonini che legge nientepopodimenochè un vero e proprio proclama. Lo spettacolo che ne consegue, con le maschere a tirare palle agli eletti, non è dei più edificanti e neanche divertente. Sembra più il ‘funerale della donna’ che la sua festa.

Rievocazione – la speaker del ‘movimento’, forse per prevenire qualche problema, ricorda un episodio vecchio di 594 anni, quello che, durante il carnevale del 1417, vide molte “gentiledonne e cittadine, essendo caduta di molta neve, bersagliare chiunque si facesse loro innanzi…giunte a Palazzo del comune e discacciati i priori a furia di pallottole di neve, sedettero in luogo loro allegramente sino a sera”. Certo è che nelle cronache altomedioevali non v'è traccia che le allegre celebranti abbiano letto successivamente alla cacciata dei Priori alcun proclama.

Quote rosa, lavoro e no violenza – in realtà l’occasione è per rivendicare alcuni problemi che stanno a cuore delle donne (quelli che stanno davvero affliggendo la società contemporanea). E così, ripassata la lezioncina di storia, la speaker legge il proclama “basso contemporaneo”. “La presenza femminile all’interno delle istituzioni pubbliche come anche nei consigli di amministrazione è sparuta in Italia e moltissimo anche a Spoleto. Questo crea un grande problema. La politica fatta dagli uomini è molto spesso una politica malata, molto attenta ai problemi astratti e poco a quelli concreti; per gli uomini il potere è spesso fine a se stesso, per le donne il potere serve a cambiare le cose. Gli uomini per risolvere un problema devono prima tessero accordi, alleanze, scambi, contratti. Noi donne, che abbiamo tessuto per tanti secoli, vogliamo invece affrontare i problemi, sciogliere i nodi e risolverli; per questo chiediamo che siano posti all’ordine del giorno, in un Consiglio comunale che venga appositamente convocato, i problemi che in questo momento come donne più ci accorano: il lavoro delle nostre figlie e dei nostri figli, la tutela della salute, la vivibilità del nostro ambiente, un sistema d’istruzione di qualità garantito per tutti, la violenza contro donne e minori soprattutto in ambito familiare, Chiediamo in questo senso un impegno preciso alla Presidenza del Consiglio comunale. Non è solo un scherzo di Carnevale. Forse non lo è affatto”. Certo, a parte le giovanissime, fa un certo effetto vedere fra le promotrici delle stimate professioniste, persino un direttore di giornale e una vice dirigente del comune.

La polemica – lo show dura una ventina di minuti, con i capigruppo e consiglieri comunali a dir poco imbarazzati. Il sindaco è paonazzo in volto. Sorride solo la presidente del consiglio (sarà che la maggior parte delle maschere sono da sempre sue grandi elettrici) e un po’ l’assessore alla scuola Battistina Vargiu. Nessuno se la sente di commentare. I consiglieri, per paura di incappare in qualche scivolone, preferiscono trincerarsi dietro un secco no comment. Solo qualcuno reagisce alle “pallate” con un controtiro mirato, difensivo per carità. Dallo streaming sembra che il più veloce nelle repliche pallesche sia stato il consigliere Cappelletti, abilissimo per via degli ottimi trascorsi cestistici. Silenzio anche della consigliera piddì Daniela Tosti, mentre la collega Vincenza Campagnani ammette che “l’iniziativa è sì simpatica ma inopportuna perché realizzata in quello che è il massimo consesso della Città”. In effetti sarebbe bastato attendere all’ingresso (o all’uscita) il ‘potere’. Ma si è preferito, con la scusa del carnevale, sminuire l’istituzione. Intanto però il precedente avallato dalla Cristofori sta facendo scalpore in città (tanto che c’è chi ipotizza che il vice segretario comunale starebbe valutando l’ipotesi di una interruzione di pubblico servizio). Il motivo è presto detto. In due recenti occasioni, infatti, la presidenza ha negato la parola ai cittadini: la prima volta ai genitori delle società sportive di nuoto preoccupati per il futuro dell’impianto natatorio, la seconda agli operai della Panetto e Petrelli che chiedevano di intervenire per avere garanzie del proprio lavoro. Già, ma allora non era Carnevale.

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