Stiamo davvero uscendo dalla crisi? È questa la domanda alla quale si è cercato di dare una risposta nell’assemblea annuale di Confartigianato che si è tenuta questa sera presso la sede dell’associazione di categoria di Maratta. Il presidente Giuseppe Flamini, il Responsabile Ufficio Studi, Enrico Quintavalle, l’on. Marina Sereni, Vice Presidente della Camera Dei Deputati, il giornalista Mattia Feltri e il sottosegretario del Ministero Dell’Economia, Enrico Zanetti (non presente all’evento, ma intervenuto con un’intervista preregistrata), si sono confrontati sugli ultimi dati di macro e micro economia applicati alle criticità del territorio.
Il quadro emerso non è ancora rassicurante, ma, secondo quanto raccolto da uno studio di Confartigianato, ci sarebbero comunque incoraggianti segnali di ripresa che marcherebbero un trend positivo. La vera criticità risulta nel mercato del lavoro, dove i giovani under 30 risultano i più colpiti dalla crisi economica, con un significativo +30% registrato alla voce disoccupazione; gli over 35 invece fanno registrare un +8,5%.
Se consideriamo che a Terni sono attive 4364 imprese, la metà delle quali con meno di 10 addetti e che i settori in via di sviluppo sono quelli degli artigiani digitali, con un +15,4% e degli artigiani tessili, con un +13,6%, e che il trend di crescita nazionale delle imprese è del 17,6%, la situazione sembrerebbe molto positiva.
Il dato va però incrociato col mercato nazionale ed europeo; dobbiamo considerare che l’Italia sta crescendo con un Pil dello 0,9%, unico paese tra quelli più industrializzati in Europa che ha un indice con lo zero davanti, e con un Pil pro capite di 1,1% rispetto all’1,4% di media europea; con questo passo, in un’ipotetica proiezione nel futuro, l’Italia potrebbe raggiungere una situazione di accettabile di Pil, quello precrisi per capirci, dopo il 2020.
L’Umbria è una delle regioni che ha più risentito del calo del Pil anche se a Terni siamo arrivati a una punta massima alla voce export.
Se è vero che in Italia il mercato delle costruzioni ha registrato una ripresa nell’ultimo trimestre, bisogna tener conto cha tra il 2011 e il 2014 c’è stato il crollo del settore con un -29%.
Questi dati non risultano ancora completamente sufficienti per delineare una situazione complessiva dello stato di salute delle imprese italiane e locali, perché è necessario tener conto di alcuni fattori esterni del mercato con variabili imprevedibili e improvvise. Per questo è necessario che l’imprenditore moderno sia molto flessibile e abile nel capire in quale mercato spostare il proprio capitale d’investimento.
“Il passato ormai non ci interessa più, dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Proprio la fiducia deve essere la parole chiave per le imprese perché senza imprese non c’è ripresa – queste le parole di Flamini – attraverso la fiducia possiamo supportare questi segnali positivi che possono aiutare il paese ad uscire dalla crisi”.
Attesissimo l’intervento del Sottosegretario al Ministero Dell’Economia e Delle Finanze, Enrico Zanetti, che ha parlato tramite un documento video di un’azione forte da parte del Governo, attraverso la diminuzione dell’IRAP ed il mantenimento di quegli incentivi che tanto hanno già permesso la ripresa del lavoro, come quelli sui contratti a tempo indeterminato. Previsti tagli su IRPEF e IRES e particolari sgravi alle imprese che investiranno. L’accesso al credito resta ancora oggi una nota dolente che potrà migliorare attraverso due principali interventi paralleli: uno da parte dell’Europa, ricalibrando i parametri di Basilea (studiati oggi per imprese di grandi dimensioni; uno da parte degli Istituti di Credito, attraverso la ristrutturazione dei propri bilanci. Circa lo snellimento della burocrazia, Zanetti ha sottolineato l’importanza di non cercare nuove regole straordinarie, ma impegnarsi straordinariamente nelle regole ordinarie già esistenti.
L’onorevole Marina Sereni ha invece ricordato che “La legge di stabilità è un buon modo per sostenere la crescita e l’occupazione. Una finanziaria che tende a semplificare e a snellire il fisco, a sostegno delle imprese che investono e che assumono. Per quanto riguarda Terni, i dati ci dicono che è possibile mettere insieme investimenti pubblici e privati, fondi regionali e risorse statali per far ripartire le piccole e medie imprese a cominciare dalla chimica e dalla metallurgia che sono i settori tradizionali, senza però rinunciare all’innovazione e alle scommesse”.
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