Non fanno in tempo, i componenti della Commissione Tecnica sugli impianti a biomasse di Madonna di Lugo, a mettersi al tavolo per la prima riunione, che le sedie su cui hanno preso posto, sembrano già traballanti e precarie. Il Comitato Rifiuti Zero apre lo scontro senza perdere tempo esprimendo, tramite un comunicato stampa, tutta la propria delusione circa l'effettiva funzione della commissione. Il Comitato è in palese disaccordo con le indicazioni dell'amministrazione di fornire un'informazione che rassicuri la popolazione sulla scarsa nocività degli impianti. Ciò che interessa al Comitato, è invece un approfondimento tecnico e amministrativo sull'intera vicenda, partendo dal principio.
Ecco il testo integrale del comunicato:
-Il Comitato Rifiuti Zero No inceneritori a seguito della riunione odierna della Commissione Tecnica sugli impianti a Biomasse di Madonna di Lugo, esprime, con rammarico, la propria delusione circa l’effettiva funzione della commissione, ritenendo inutile un’attività meramente “informativa”, senza possibilità alcuna di riesame delle scelte già compiute dall’Amministrazione. Ed invero il Comitato non concorda con l’indicazione dell’Amministrazione Comunale circa la necessità di fornire una informazione che rassicuri la popolazione sulla scarsa nocività degli impianti, ritenendo, invece, di prioritaria importanza un approfondimento tecnico ed amministrativo sulla intera vicenda. Dagli interventi dei vari componenti la commissione sono invece emersi importanti dati ed elementi di riflessione.
Da un lato le imprese costruttrici dei tre impianti a biomasse manifestano ancora gravi lacune circa vari aspetti progettuali, in particolare in merito alla qualità degli oli utilizzati come combustibile, sia in relazione alla quantità che alla qualità delle immissioni.
Dall’altro le amministrazioni chiamate al tavolo, sia quella provinciale che quella regionale, hanno decisamente declinato ogni responsabilità circa l’autorizzazione degli impianti, dichiarando di non conoscere a fondo il progetto e di essersi limitate solamente a rispondere ad alcuni pareri richiesti dall’amministrazione comunale. In buona sostanza Provincia e Regione hanno indicato nel Comune di Spoleto l’unico e solo responsabiledella approvazione degli impianti.
Nulla di nuovo, quindi. La Regione ha anche preannunciato la prossima pubblicazione della normativa sulle biomasse, con parametri assai stringenti e con l’introduzione del concetto della c.d. filiera corta e della zonizzazione, che, di fatto, renderebbe impossibile la realizzazione di impianti come quelli in via di realizzazione.L’ARPA dal canto suo, ha cercato di minimizzare l’incidenza sull’ambiente delle immissioni dei tre impianti, rilevando come a Spoleto esistano stabilimenti industriali ben più inquinanti, facendo l’esempio della Cementir e della Pozzi. Come a dire uno in più poco incide.
Anche l’Asl si è difesa rilevando come, purtroppo, sia sprovvista di validi strumenti idonei preventivi, dovendosi limitare ad effettuare solamente controlli successivi alle autorizzazioni concesse da altri enti. Decisamente fuori luogo l’atteggiamento del Comune di Spoleto, assolutamente incapace di fornire risposte ed a volte addirittura incomprensibile, come quando il Direttore Generale ha provato, in vece dei progettisti delle ditte presenti, a spiegare l’entità delle immissioni dei tre motori a biomasse. Le associazioni ambientaliste presenti hanno unanimemente lamentato un assoluto difetto di partecipazione ed informazione dei cittadini ed hanno contestualmente rilevato come, per stessa ammissione delle ditte, gli impianti comporteranno un sicuro peggioramento delle condizioni ambientali, ragion per cui, allo stato attuale, viste le gravi lacune riscontrate, hanno auspicato la sospensione di ogni iter autorizzatorio, in attesa della prossima uscita della regolamentazione regionale. Altra anomalia riscontrata è che, nella autorizzazione degli impianti a biomasse, non è stato minimamente tenuto conto della richiesta di ampliamento dell’impianto avanzata dalla Coricelli Spa, né che i tre impianti da 1 MW nascondono in realtà un unico impianto da 3 MW, che avrebbe comportato, con la previgente normativa, un differente e ben più complesso iter autorizzativo.
Richiesta di ampliamento che, così come evidenziato dagli uffici della Provincia di Perugia, dovrà essere necessariamente assoggettata a VAS e che dovrà tener conto anche e soprattutto delle incidenze dei tre impianti a biomasse in costruzione.Il comitato, quindi, ritiene doveroso che il Comune di Spoleto, unico soggetto responsabile del rilasciodelle autorizzazioni e della relativa istruttoria, illustri ai cittadini il motivo per cui, sapendo della richiesta di ampliamento e della domanda di installazione dei tre impianti a Biomasse, al servizio della stessa Coricelli spa, non abbia optato per l’assoggettamento a VAS, procedura ben più complessa di unasemplice DIA, delle autorizzazioni richieste.
In attesa di una tale risposta questo Comitato ritiene di non poter sottoscrivere alcun documento che “rassicuri i cittadini”, proprio perché nessuna rassicurazione è stata ad oggi fornita. Purtroppo ancora una volta non ci resta che constatare come per l’Amministrazione comunale le esigenze di tutela del proprio territorio e dei propri cittadini vengano messe in secondo piano rispetto agli interessi di una singola impresa.
Rinnoviamo, quindi, l’invito a sottoscrivere la petizione contro l’impianto a biomasse di Madonna di Luogo, che ha raggiunto già la quota di 2000 firme.-
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