La libera associazione culturale Pan Kalon, attiva dal 1996 a Panicale con oltre quattrocento iscritti, chiede espressamente ai proponenti di desistere dalla volontà di realizzare un impianto per la produzione di biogas nel territorio del Comune di Panicale e nei territori limitrofi. Analoga disapprovazione è già stata espressa da oltre 700 persone, firmatarie di una petizione depositata presso il Comune di Panicale in data 13 febbraio 2012, richiedente all’ente di respingere non soltanto il progetto che era stato presentato in data 29 dicembre 2011 prevedendo la realizzazione di un impianto in località Sprofondato (fraz.Casalini) ma anche di tutti quelli ugualmente impattanti.
“In qualità di associazione culturale ci sentiamo in dovere di esprimere il nostro forte dissenso rispetto all’ipotesi di realizzazione degli impianti in questione” dichiara una loro nota. “Riteniamo eticamente inaccettabile destinare alla produzione di biogas prodotti della terra che potrebbero essere utilizzati per l’alimentazione umana, comportando inoltre un utilizzo intensivo dei terreni del tutto improprio per il nostro territorio.
Scegliere di destinare le produzioni agricole di centinaia di ettari di terreno alla digestione in un impianto ci pare inaccettabile, se non offensivo e lesivo nei confronti di un territorio di elevato pregio paesaggistico, ambientale e culturale che verrebbe palesemente danneggiato dalla messa in atto di tale progetto.
Viviamo in un territorio connotato dalla presenza di un lago la cui bellezza è legata alla sua fragilità, costantemente a rischio di prosciugamento idrico. Proporre coltivazioni intensive che richiedono un elevato consumo di acqua nelle nostre terre, per poi farle marcire con un rendimento energetico di per sé irrisorio, ci sembra un atteggiamento che disconosce la nostra realtà e la nostra cultura. Avremmo potuto compiere uno sforzo di comprensione se la necessità fosse stata quella di smaltire gli scarti delle produzioni agricole o i reflui zootecnici prodotti nelle due aziende, incoraggiando in questo caso la realizzazione di impianti molto più contenuti e in prossimità della criticità e non certo in punti visibili a trecentosessanta gradi per un ampio raggio, condizionando un'intera area.
Siamo convinti che esigenze imprenditoriali e bene comune possano egregiamente incontrarsi, quando siano fondati sul rispetto reciproco.
Come associazione culturale ci sentiamo in dovere di ricordare che numerosissime famiglie panicalesi e del territorio circostante legano la loro memoria ai terreni e ai ruderi che fanno parte delle due aziende private proponenti. È facilmente riscontrabile la conoscenza e l’amore custodito da parte della gente del posto per quei luoghi, se solo si applicasse la volontà di incontrarla e parlarci di persona.
Vedere quegli ettari coltivati secondo i crismi di una vera agricoltura biologica, insieme alla tutela del patrimonio edilizio disseminato in quei terreni, specchio di una cultura contadina che non si è estinta ma che si è evoluta e s’incarna nell’attuale comunità locale, incontrerebbe il favore e l’appoggio della popolazione, sempre che questi valori contino ancora oggi qualcosa”.
Biogas a Panicale: la protesta dei cittadini
Mar, 13/03/2012 - 19:12