E' ristretta nel reparto di psichiatria dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia la mamma di 50 anni che lo scorso 16 ottobre accoltellò il figlioletto di 11 anni nell'abitazione di Promano, in Alto Tevere: dopo l'arresto e l'accusa di tentato omicidio, le sono concesse solo le visite del marito e del fratello. Questa mattina inizieranno le perizie, grazie all'arrivo del professor Giovan Battista Traverso, ordinario di psicologia forense dell'Università di Siena che aveva già lavorato al caso di Cogne. L'esperto, nominato dal pubblico ministero di Perugia, dovrà capire se al momento del drammatico gesto la donna fosse in grado di intendere e di volere, e quale sia la struttura ricettiva più adatta ad accoglierla. Insieme a Traverso, sono stati nominati anche il dottor Paolo Susini, della Usl 1, chiamato dall'avvocato della 50enne Marcello Pecorari, il quale fu il primo medico psichiatra che visitò la mamma al momento del suo arrivo presso l'ospedale di Città di Castello la mattina della tragedia, e il dottor Sergio Vitali, richiesto dal marito, neuropsichiatra infantile dell'ospedale di Forlimpopoli, il cui compito sarà quello di capire quale fossero i rapporti tra madre e figlio prima del fatto.
Il giudice per le indagini preliminari, Lidia Brutti, e il pubblico ministero, Angela Avila, già la settimana scorsa avevano sottoposto la donna ad un interrogatorio, per cercare di ricostruire la vicenda: la 50enne però ricorda tutto di quanto accaduto durante quella giornata, tranne il momento dell'accoltellamento. Sembrerebbe dunque affetta da una forte amnesia che le ha fatto dimenticare il frangente del tragico gesto. Le sue condizioni cliniche sono ancora piuttosto critiche. Il bambino invece sta meglio, e sembra rispondere bene alle cure: dopo il lungo periodo di degenza in ospedale, ha potuto finalmente fare rientro a casa.
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(Ale. Chi.)
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